sabato 28 settembre 2013

Tortura.

NO i sogni non si realizzano. Sono SOLO sogni. Non riesco a fare a meno di pensare che la mia vita stia affondando lentamente ed inesorabilmente in quello che ho sempre odiato e da cui volevo scappare. Volevo. Ora è troppo tardi. La ruota gira dicono. Mai dalla mia però. Quando ottengo quello che voglio è solo attraverso sacrifici e duro lavoro. La fortuna non esiste. Non è mai esistita nella mia vita per lo meno. A volte mi sembra che altri invece ne abbiano fin troppa e lo odio. Odio il fatto che non debbano faticare, che abbiano tutto quello che vogliono. Non io. Questa è la storia patetica della mia vita. E' inutile sperare nei miracoli, bisogna lavorare. Se solo tutto questo poi mi portasse sempre dei benefici. In questo momento mi sento soffocare, lentamente, molto lentamente. Non posso fare a meno di pensare che questo non è quello a cui ambisco. La mia anima sta urlando disperata e lacerata ma è inutile.

martedì 17 settembre 2013

disperazione

Non si può avere quello che si vuole? Non ricordo quando sono stata così disperata perché sono disperata. Pensavo di sapere cosa si provasse, a tutti succede no? Tutti sanno cosa vuol dire e così pensavo di saperlo anch'io ed invece non lo so. Sento che qualcosa mi sta venendo portato  via. I miei sogni non si stanno realizzando e non importa quanto lotti per avere quello che voglio ( che cosa voglio?) ci sarà sempre qualcuno a dirmi che sono ridicola ed incapace di fare qualsiasi cosa. E io mi convinco che lo sia  perché conta l'opinione degli altri e ci tengo sempre. Per questo ogni volta che penso a quello che devo fare sento gli occhi riempirsi di lacrime perché sono stanca di essere delusa. Non piango mai perché è inutile piangere ma ora non riesco a farne a meno. Ci sono decisioni che non possono essere prese senza aver ragionato bene ma come  posso ragionare bene quando nessuno mi vuole ascoltare e sembra che ogni volta che provo a parlare mi voltino le spalle. Sono stanca. E' terribile avere questo stato d'animo perché fa sentire deboli e tutte le insicurezze compaiono per colpire e distruggere. L'altro giorno pensavo di essere riuscita a decidere qualcosa e ne ero contenta. Non riuscivo più a pensare nemmeno ma credevo di esserci riuscita, di aver capito e ne ero felice. Oggi cercavo quell'appoggio che mi avrebbe fatto seguire quella strada, ma non lo trovato. Ora inizio tutto da capo e non vedo via d'uscita. Sono ancora più confusa e sto per fare una scelta che altri ritengono giusta.

sabato 7 settembre 2013



A volte mi sento oppressa dalle emozioni. Loro vengono e mi stringono il cuore. Inizia tutto con una strana agitazione. Sale velocemente l'adrenalina e mi sento surriscaldare. Ed i pensieri corrono e si fanno fitti. Non so descrivere le sensazioni che provo. Sono troppo forti. Mi invadono e domina l'agitazione di quello che potrebbe succedere. E' delirante ed estasiante.


domenica 25 agosto 2013

INUTILE.

Tutti vogliono qualcosa da me. Perché le persone cercano di sminuirmi, di distruggere la mia identità solo per il loro puro egoismo? Ho sempre aiutato tutti. Qualsiasi cosa abbia mai fatto, l'ho fatto per principio e mi sono impegnata come se fosse qualcosa di fondamentale anche per la mia vita, sebbene non lo fosse. E ora l'unica cosa che voglio è andarmene da questo posto dove non incontro altro che persone che desiderano che io fallisca, che cercano in me solo i difetti e ogni volta che li trovano li usano contro di me. Voglio andarmene e non tornare più. Non vedere più le facce di quelli a cui ho dato tutta me stessa senza riserve e che mi hanno trattata male, che mi hanno umiliata. A partire dalla mia famiglia. Per mio padre sono sempre stata stupida, fin da bambina. Mi ha sempre vista come la figlia che sarebbe finita nelle cattive compagnie e nei riformatori. Non sono mai stata abbastanza, nonostante abbia ottenuto diversi successi in vari ambiti. No. Non è mai stato sufficiente. Io sono stupida per lui. Inutili sono state le dimostrazioni contrarie. Inutili. E rimango anche ora incapace di prendere decisioni, di capire e di farmi una vita senza guai. Non ha mai visto, né vede chi sono. Ulteriore motivo per andarmene il più presto possibile. Fra un mese partirò e poi non ho idea di quello che ci sarà, ma sicuramente non potrà essere peggio. Un nuovo inizio migliore, spero.

lunedì 5 agosto 2013

Fingere


 Ed è così che anche quando ho mille cose da fare, la mia testa è impegnata in cose completamente diverse. Non so a cosa penso. A tutto e al contempo a niente. L'ultima volta ero in piscina e stavo nuotando. Poi all'improvviso mi sono bloccata e ho iniziato a pensare. Pensavo a qualcosa. Non so cosa di preciso. Era bello sentire l'acqua, che quasi riempiva il vuoto fra un pensiero e l'altro. Mi succede molto spesso. Penso, penso e poi mi chiedo se ho pensato veramente a qualcosa di sensato. Mi chiedo se non sia solo una perdita di tempo. Eppure è come un vortice. Quando inizio non riesco a smettere. Se smettessi forse cambierei. Forse sarei una persona più sicura. L'insicurezza forse è questo a farmi pensare a tutto e a niente. Non si direbbe. Sembro molto sicura di me stessa, ma non è vero. Ho sempre bisogno di conferme. Eppure non voglio che gli altri lo vedano. Il linguaggio del corpo non mente mai. Quindi faccio finta. Di fronte agli altri sembro così sicura, da intimidirli a volte. Fingere. Sono stanca di fingere sempre qualsiasi cosa faccia.

martedì 30 luglio 2013

piove

In questo momento mi piacerebbe sapere disegnare. Vorrei immortalare questo momento che non ha niente di speciale ma ai miei occhi è magico. E' solo un temporale come tanti. Eppure il semplice osservare l'acqua scorrere e riempire ogni angolo di terra ancora libero mi affascina. C'è qualcosa di straordinario in questo; nel modo eccessivo e sregolato della pioggia. Sembra quasi canto. E' martellante. Mi riempe di energia e mi fa venire voglia di fare cose che non dovrei.


Non c'è niente di spettacolare. Non riesco nemmeno a descrivere le emozioni a cui mi rimanda. So solo che ora che sta finendo mi dispiace. La forza che prima sembrava inesauribile ora sta scomparendo lentamente e quell'onda di emozioni indescrivibili evaporano lentamente.

domenica 28 luglio 2013

felicità.

Quando ho vicino a me la persona che amo più al mondo non ho bisogno di nient'altro. Dimentico tutto quello che mi tormenta; le mie insicurezze, il passato che spesso odio e non riesco a dimenticare. Sì perché quando ho accanto la persona che più amo al mondo nient'altro conta nient'altro esiste. Mi basta. Vicino posso essere finalmente libera. Mi sembra di essere inarrestabile e di poter fare tutto. Mi dà energia sempre nuova. Non mi delude anche quando litighiamo e litighiamo spesso. Eppure quando sono con la persona che amo più a questo mondo tutto è diverso. Tutto sembra meraviglioso perché non ci sono più limiti. Ritornano i miei desideri irrazionali che non sembrano più essere così assurdi. E tutto ciò che mi fa sentire bene. Felicità. Credo che si chiami così.  

giovedì 4 luglio 2013

stanca







Deve farmi male pensare. E' che non sopporto più tutte queste persone moraliste. Sento la mia personalità cambiare con loro. Più sono in loro compagnia più sono diversa. Non sono la classica persona timida e riservata. Dentro di me c'è qualcosa che è pronta per scoppiare e tutto intorno a me c'è sempre qualcuno pronto a fermarmi e a non farmi essere come vorrei e quello che veramente sono. Ed è strano perché sono abbastanza grande da poter fare quello che vorrei..eppure sono sempre bloccata da qualcosa. Così la mia vita diventa irreparabilmente noiosa, per lo meno ai miei occhi. Sono un bel prototipo di quello che tutti si aspettano. Carina. Educata. Moralmente giusta. Odio esserlo. Lo odio. Se potessi essere come vorrei forse non piacerei a tutti. Forse qualcuno mi eviterebbe. E mi piacerebbe di più. Se solo sapessero cosa mi passa per la testa. Un mondo così lontano dal loro. impossibile da conciliare.
Alcune delle persone che frequento è per come dire comodità? Le frequento solo per una specie di interesse. Non interesse fisico o altro, ma perché può tornarmi utile come conoscenza. So che è sbagliato. Anche verso me stessa perché mi conformi ad alcuni schemi sociali prestabiliti..quello che più detesto.
Cambierò presto questa situazione, spero. E se non ci riuscirò..non ne ho idea..



lunedì 27 maggio 2013

sempre di più..

La mia mente è inebriata da qualcosa. Sento le cose passare, finire e ricominciare.Mi sento arida e priva di capacità. Perché non riesco ad ottenere quello che voglio? Ho obiettivi troppo alti? O prospettive troppo ambiziose? Fallisco. E' distruttivo. Quasi quanto l'ansia. Odio sentirmi così. Odio essere così. Odio volere la perfezione in ogni cosa che faccio. Devo cambiare e presto. Il problema è che vorrei una vita cosi diversa. E farei di tutto per ottenere quello che voglio. Sento una rabbia bruciante ogni volta che ci penso. Ogni volta che penso a tutte le cose che ho perso. A tutta l'ingiustizia. E non ci posso fare niente. La sensazione d'impotenza di fronte ad una realtà che continua a muoversi senza aspettare, mi uccide giorno dopo giorno. E non basta mai niente. Ed i rimorsi sono sempre in agguato. Proverò ancora ed ancora. E se fallirò, mi rialzerò, come sempre. Ma per quanto ancora? Un giorno non ne potrò più e mollerò tutto. Forse una vacanza mi farebbe bene. Servirebbe a chiarirmi le idee. Ricominciare non da capo, ma dal momento migliore. Ed arrivare ancora più lontano. Le sconfitte non sono accettate. Ed i risultati sono gli unici che contano e sempre conteranno .

sabato 25 maggio 2013

Labirinto.

E' difficile a volte contrastare il movimento dei miei pensieri. Sono sempre così irrequieti. Si aggrovigliano e si intricano irreparabilmente. E' un labirinto. Non lo capisco. Ogni volta che apro una nuova porta scopro qualcosa di nuovo che non vorrei sapere spesso. Eppure devo accettarle. Mi aiutano a migliorarmi. E' difficile fare un'analisi critica su se stessi. Scopro tante cose che odio. Cose che faccio perché ho sempre fatto così, ma in cui non credo. Spesso fingo di essere diversa. Spesso le persone si fanno un'opinione sbagliata su di me. Sono diversa. E so di fingere. E non capisco perché. I miei rapporti sono spesso falsi. E non durano mai. Le mie amicizie sono quasi costrette. Quando sono me stessa, semplicemente svaniscono. Spesso mi faccio un'immagine sbagliata degli altri. Entro in confidenza con loro. E per loro divento..non so spiegarlo. Divento forse troppo amica. Ed io mi accorgo che la persona che hanno davanti non sono io. E' un'idea sbagliata. Ed è colpa mia. E mi dispiace. Tanto. Cerco di cambiare. Mi sforzo ed è difficile. Capisco di non essere la persona che vorrei. Non perché sia una brutta persona, ma perché non rispecchia il mio io. Se mi guardo a fondo, c'è una realtà diversa in me. Forse per questo non riesco a vivere per troppo tempo allo stesso modo, fare le stesse cose e negli stessi posti. E frequentare le stesse persone. Non ne ho idea. So solo che in questo momento non sto realizzando i miei obiettivi. Forse è perché ho troppe ambizioni. Non lo so. Ogni volta che faccio un passo in avanti mi sembra di rimanere nello stesso posto. Vorrei che cambiasse qualcosa. Mi basterebbe poco. Pochissimo perché torni la grinta e se ne vada il rimpianto. Non riesco ancora a vedere bene come sarà il mio futuro. Forse dovrei scavare più a fondo, anche se è quasi doloroso.



mercoledì 1 maggio 2013


Oggi sono felice. Forse perché ho dormito bene o forse perché è il mio compleanno o forse perché rivedrò mia sorella che non vedo da mesi. Non so ma tutte queste strane emozioni di felicità, mi fanno sentire bene. MI piace la primavera è una bella stagione. I fiori sbocciano ed è bellissimo sentire la mattina il suono degli uccellini. Il sole non è ancora troppo intenso, ma piacevole. Oggi non ho programmato di fare niente. Di solito faccio sempre qualcosa al mio compleanno. Ma oggi no. Voglio che questa giornata si crei da sé. Non so. Farò tutto senza pensarci troppo. Non voglio pensare troppo oggi. A volte pensare troppo incasina tutto. Non voglio distruggere il mio buon umore. Perciò lascerò che tutto succeda senza intenzionalità. Del resto l'uno è sempre stato il mio numero fortunato!

domenica 28 aprile 2013

abbracciami!



L'altro giorno pioveva e stavo guardando una bacheca d'annunci. Non mi ero accorta che vicino a me ci fosse un mio conoscente di vecchia data. O l'ho ignorato. Non so spiegarlo, ma all'improvviso ho avuto l'irrazionale impulso di abbracciarlo. E' durato un secondo, ma a me è sembrato un'infinità. Avevo voglia di sentire il suo profumo e d'immergermi completamente in lui. Non aveva senso e non capivo, e non capisco ancora, perché. Volevo solo trasmetterli tutto l'amore che potrei mai offrire e volevo che per lui fosse lo stesso. Volevo stringerlo forte. E' volevo che durasse per sempre. Mi sentivo avvolta da sensazioni inebrianti. Cosa mi stava succedendo? Era irreale. Vedevo la scena davanti ai miei occhi e potevo sentirlo. Potevo respirarlo. E' durato così poco ed è stato assurdo. Non posso fare a meno di pensare che cosa mi avesse preso? Non ha senso perché ora non m'importa. Per niente. E ripensandoci non capisco.

giovedì 25 aprile 2013

irraggiungibile..

A volte ho l'impressione che dalla mediocrità non si possa uscire. Come si nasce così si è? Non so. Avere degli obiettivi e non raggiungerli è distruttivo. Voglio raggiungere sempre più e mai fermarmi. Negli ultimi tempi, non so cos'ho. Non riesco a fare niente. Mi sento inerme. Tutto quello che faccio è perché devo. Non so cosa mi stia succedendo. E odio essere mediocre in quello che faccio. Lo odio. E odio ancora di più il fatto di sentirmi così insicura ogni volta che non ce la faccio. Camminare per strada e cercare di non vedere perché se guardo non vedo quello che vorrei. La realtà fa schifo e ogni giorno che passa me ne accorgo sempre di più. Ogni giorno ci sono nuove preoccupazioni e non vivo la vita che vorrei. Sarebbe facile vivere senza problemi. Il cielo blu sarebbe bellissimo e il sole risplenderebbe sempre. Il mondo non vuole cambiare forse. Forse cambiare la propria vita è impossibile perché sono tutti gli altri non disposti a cambiare. E perdono importanza i valori. Conta solo la logica dei soldi. Soldi. Si soldi. Ed io potrei non arrivare mai dove vorrei perché no ce li ho. Dovrei quindi accettare di essere mediocre e smettere d'impegnarmi? Vivere per sempre con le insicurezze? Fare finta che vada tutto bene? Non sarei io Continuerò a dannarmi per sempre per cercare qualcosa d'impossibile. Tutto sembra sempre irraggiungibile ed non ne voglio solo metà. Raggiungere l'impossibile..

venerdì 5 aprile 2013

sogno

Ho fatto un sogno strano. Mi è rimasto impresso nella memoria. E' così vivido e reale. Non mi era mai successo. E' completamente diverso da qualsiasi cosa abbia mai sognato fino ad ora. O a qualsiasi cosa io ricordi. E' stato un bel sogno. Un sogno che lascia col fiato sospeso. Un sogno che va al di là dell'immaginazione. Un sogno che non capisco a dire il vero. Ma mi piace. Rappresenta tutti quei desideri di me che non ho mai manifestato o che ho represso. Abbiamo tutti un'immagine da conservare. La società ci vede in un certo modo e a volte è difficile togliere la maschera. Questa parte di me nessuno l'ha mai vista. Forse perché non ho mai lasciato nessuno entrare e vederla. Ci ho pensato per tutto il giorno e non riesco ancora a togliermelo dalla mente. Forse non ci riuscirò mai. Perché mi è piaciuto quello che ho sognato e vorrei che fosse vero. Vorrei che si realizzasse. Non deve essere solo il mio inconscio a richiederlo. Ora tutto il mio corpo lo richiede. Il risveglio è stato doloroso. E' stato doloroso perché ho dovuto abbandonare quelle sensazioni meravigliose, inebrianti. Sembrava tutto vero. Potevo percepirlo a livello fisico. Potevo ancora sentirlo quando ho aperto gli occhi. I miei occhi azzurri che avrebbero voluto piangere per il dolore di essere strappati da una così sublime sensazione. E se i sogni esprimono tutto quello che più profondo e oscuro nascondiamo. Allora questo mi piace perché è una bella oscurità. Qualcosa è cambiato: un giorno diventerà realtà.

lunedì 1 aprile 2013

sola.

Mi sento sola ora. E anche se metto la musica al massimo, intorno a me c'è silenzio. Non basta per farmi sentire bene. Non riesce a colmare il vuoto che sento. Ma devo farmela bastare. Per un po' almeno. Poi torneranno le altre infinite preoccupazioni e non ci penserò più. Per un po', credo. Non sapevo cosa significasse sentire la mancanza per qualcuno. Non pensavo che sarebbe stato così. Mi sento incapace di fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Forse è solo il ricordo. No. Forse no. Sono tutte quelle piccole cose che non significavano nulla, ma ora sì. Non è lo stesso. E anche se a volte la solitudine fa bene, non la voglio più. Eppure dovrei essere abituata. Non è una novità. E' sempre stato così. C'è sempre qualcuno che viene e va. E non ha senso rimuginarci troppo, forse. So solo che ora sono triste e tutto mi sembra desolato.

sabato 16 marzo 2013

inaspettato..

Dovevo accorgermi che quella non doveva essere la solita giornata 
banale. Ero sola in casa e non avevo proprio niente da fare, il che è piuttosto strano; di solito ho mille cose da fare e non trovo tempo nemmeno per mangiare. Manon era quellala giornata. 
Saranno statee le sei di sera ed era venerdì. 
Ero in giro su internet e ascoltavo nuova musica. 
Ed ecco una telefonata improvvisa. Era Riccardo. Quello metal.
Risposi perché era davvero curiosa. Mi sembrava strano che mi chiamasse proprio lui. Non lo vedevo da tanto tempo. 
"Ciao Jenni che fai?" esordì.
"Niente..sono su facebook"
"Sempre lì, eh?"
"Non è vero!"
"Ogni volta che ci entro, sei sempre online"
"E' un caso!" ed è vero. Non ho mai tempo. 
"Senti hai da fare stasera?" Sapevo già cosa voleva chiedermi. Se no perché mi avrebbe chiamata.
"Vediamo..no"
"Allora ti va di venire ad una festa di un mio amico.."
"E dove sarebbe?" Mi disse l'indirizzo. Non era troppo lontano da casa mia. "Okay..ci vediamo fra mezz'ora". risposi.
"A dopo". mi disse, prima di chiudere.

Quando arrivai mi trovai di fronte ad una casetta con un piccolo giardino. Scrissi a Riccardo. Venne fuori tutto contento.
"Eccoti finalmente Jenni!" Mi abbracciò come se ci conoscessimo da sempre.
"Ehi!" Okay, era un po' imbarazzante, almeno per me.
"Andiamo devi vedere che figata sta facendo Marco!" Eh?
"Vedrai  è stra divertente!" disse dopo aver visto, credo, la mia faccia dubbiosa. 
La casa era piena di gente e quella festa si stava preannunciando da sballo. La musica era stra alta e non si sentiva niente.
Riccardo mi mostrò Marco. Stava facendo qualcosa con una chitarra. Non ho capito cosa, ma non mi sembrava niente di sensazionale. 
Era tutto un po' grezzo. Non era il mio ambiente. Con tutta quella musica metal su, non si poteva nemmeno ballare, ma mi piaceva l'atmosfera. Era tutto un po' assurdo. C'era gente  dappertutto e non ci si poteva girare o sedere o fare qualsiasi altra cosa. La nube di fumo che pervadeva la casa sembrava nebbia. E dappertutto c'erano bottiglie vuote. E anche se tutto era un casino, c'è stato qualcosa che mi ha fatto sentire bene.
E non so a che ora o come, ma in mezzo alla notte mi trovai stesa sul piccolo prato del giardino, gelido. Mi trovai accanto Riccardo con la sua solita sigaretta in mano e una bottiglia di chissà cosa nell'altra.
"Perché sei venuta fuori?" Mi chiese. "Si gela!"
"Nessuno ti ha costretto a metterti per terra.."
"E' vero..allora perchè sei venuta fuori?"
"Non so.." Gli presi la bottiglia e bevvi un sorso di..vodka e..succo di pesca? 
"Ma che freddo c'è?!"
"Io ho la giacca.." 
"Ho notato.." disse. Mi prese di mano la bottiglia.
"Sai cosa sarebbe il massimo?"
"Cosa?"
"Vedere le stelle!"
Mi guardò in modo strano.
"Si le stelle..non si vedono mai.."
"C'è già la luna, non ti basta?"
"No..con le stelle cambia tutto.."
"Se lo dici tu, Jenni.."
"Ah..mi porti tu a casa, vero?"
"EH?"
"Si mi porti tu. Deciso."
"Ma non sono neanche in macchina.."
"Trova un modo..è tardi, non torno a casa da sola!" Continuavo a guardare il cielo vuoto. C'era qualcosa che mi attraeva verso quel cielo da cui non riuscivo a togliere lo sguardo.
"Okay..abiti lontana da qui?"
"No"
"Allora andiamo a piedi."

Era tardissimo. Ci avevamo messo tantissimo ad arrivare a casa mia, anche se non era lontano. Stavo aprendo il cancello di casa.
"Bene..allora ci vediamo in giro." mi disse Riccardo. 
"Sì..grazie sai.."
"Per cosa?"
"Per avermi chiamata e tutto il resto..è stato figo.." mi girai dopo essere riuscita ad aprire quel cancello impossibile.
"..Okay.." fece una pausa, avvicinandosi pericolosamente a me. Troppo. Feci un passo indietro. Non era davvero il momento ideale per iniziare ad incasinarmi di nuovo la vita con un altro ragazzo.
"Ci si vede, eh!" mi voltai e me ne andai.

martedì 12 marzo 2013

rabbia.



Non ricordo l'ultima volta in cui mi sono arrabbiata come oggi. Non era semplice irritazione, ma rabbia vera. Quella rabbia che fa venire mal di testa. Non mi piace arrabbiarmi perché di solito la rabbia comporta litigi. Ed i litigi noiose scuse e tutte quelle cose lagnose successive. Le odio. Mi sono arrabbiata perché certe persone farebbero meglio a farsi i fatti propri e non i miei. Perché certa gente vuole sapere sempre tutto. Non per il gusto di sapere o conoscere ed imparare cose nuove. No. No certa gente vuole solo sapere per sfottere e far vedere quanto superiore è. Questa mentalità del cazzo mi fa andare fuori di testa.  Certe cose sono mie. MIE e basta! E se su una cazzo di porta c'è scritto bussare prima di entrare, significa BUSSARE e poi se ti dicono di aspettare prima di entrare, aspetti fuori! Non entri. E' difficile da capire? Non mi pare!
Ma ci sono persone idiote che hanno bisogno di spiegazioni come i bambini. C'è una cosa che si chiama privacy. Mi fa arrabbiare e quando mi arrabbio così non posso fare a meno di arrabbiarmi con tutto il resto. Di ricordarmi quanto schifo fa il mondo e volermene andare da questa città di merda, che non sembra altro che un fottutissimo paesino di campagna. La gente si rende conto quanto è cattiva. Quanti pregiudizi ha? Se ne rende conto? Io ne soffro troppo e a nessuno non frega niente. No. NO. Loro vivono bene. Loro non sanno niente di quello che vuol dire perdere tutto e trovarsi in mezzo a loro. No. Non capisce niente questa gente provincialotta.
Sono stanca di tutta questa cattiveria perché cattiveria è. Non sono cattiva. Ho sempre visto il bene nelle persone ed il mondo mi sembrava buono. So che può sembrare ingenuo. E' ingenuo. Il mondo non è buono. Le persone sono egoiste ed indifferenti. E' mi fa male ogni volta, rendermene conto e pensarci. Mi fa male perché io non sono così, ma divento così e non è giusto. Non è giusto. Mi feriscono gli sguardi altezzosi quando provo solo a dare una mano o le critiche sottovoce quando dico qualcosa. Mi feriscono le persone. Ma non bisogna mai, Mai farlo notare. Sennò sei la sfigata di turno, giusto? "Simulare e dissimulare" grazie Machiavelli.

martedì 26 febbraio 2013

COLPEVOLE

Sto ancora pensando a quello che mi ha detto Alex. Non trovo giusto il modo in cui si è comportato con me. Non so, è stato un po' come tutti, falso. L'ipocrisia è proprio qualcosa che non sopporto. Mi disgusta. Chi mi conosce lo sa. E non lo è, o per lo meno ci prova. Sa che quando qualcosa non mi piace lo dico in faccia o semplicemente l'espressione del mio viso mi tradisce. Non posso farne a meno. Provo proprio un sentimento di repulsione verso persone del genere. Sono contenta di non aver risposto ad Alex. A volte faccio cose senza pensare troppo, e poi le conseguenze sono disastrose. Ho bisogno di pensare a lungo prima di prendere una decisione. Mi tormento perché voglio sempre quello che non dovrei volere. Come adesso. Vorrei dirgli che va bene così, che non è cambiato niente e che possiamo andare avanti. Solo che penso che semplicemente sarebbe troppo facile. Voltare pagina è facile e a volte mi fa arrabbiare pensare a quanto sia ingenua certa gente. A volte vorrei urlare qualcosa che la faccia svegliare dal suo torpore. Ma tanto non servirebbe a niente. Certa gente è fatta così e non mi piace perdere tempo con chi non mi ascolta. Insomma girando qua nella mia stanzetta cosa posso fare se non pensare che infondo anche quello che pensavo fosse, chenneso, "diverso" rimane uno dei tanti nella massa. Mi piacciono le personalità stravaganti perché con loro non ci si annoia mai. A volte la gente pensa che siano dei pazzi. Ma è solo invidia quella. Ed ecco, Alex è banale come tutti gli altri. Non so. Forse sto solo esagerando perché sono arrabbiata o perché voglio avere ragione io. Non ne ho idea. Pensare incasina la vita. Molto meglio fregarsene, no? Nel senso niente più sensi di colpa, ansia, rimorsi e tutto quelle cose che uccidono. O forse basta solo essere indifferenti. Far finta di niente sempre. Solo che poi è anche peggio. Alex è stato indifferente con me ed ecco il risultato: stare di merda per giorni e poi perdere tempo a chiedersi perché.
Perché sto perdendo tempo? "Ho perso tempo con te." messaggio inviato. Fine della storia.

domenica 24 febbraio 2013

idillio

Solo uno. Uno ancora. Poi smetto lo giuro. Quanto spesso vorrei dirlo. E farlo. Sentire ancora una volta quel profumo. Sentire quel sapore. E poi smettere. Un'ultima volta soltanto. Una. Sentire il vortice nella testa. Se la vista si annebbia allora va bene. Allora sento la vita. Se le vene iniziamo a pulsare, è ora. Niente più pensieri, ma chilometri di vuoto. Tutto è evanescente, ma va bene perché non esiste altro. Esiste solo quel momento e la sensazione infinita di infinito. Non ci sono più limiti. I bordi svaniscono e la luce si affievolisce. Così tenue. Ma va bene perché tutto il resto sparisce. Gira e rigira la mia testa. Niente a più senso in ora. Niente. Non esiste nient'altro. Niente. Dispiacere, felicità, impossibilità, inadeguatezza, inettitudine. Tutto si può raggiungere. Non ha paragoni quello che provo. Non ha limiti. E' unico ed la leggerezza che mi stordisce. Ed è bellissimo sentire i suoni sfumare, la temperatura aumentare, la vista attenuarsi. I colori non sono più definiti. Non accecano più con la loro intensità. Non colgo più l'essenziale. Tutto è più vivace ed io sono esuberante. La musica è indefinita e le parole sono lontane. Profumi intensi penetrano ed inebriano i miei sensi. Non rimane più niente di quella che ero prima. E' come rigenerarsi. Sento i miei muscoli distendersi. E so che posso spingermi oltre gli estremi. Posso fare tutto. E' più che sensazionale. Non è spiegabile. E' estremo. Se avessi saputo che sarebbe stato così. Non sarei stata rimostrante. E anche se sembra un vicolo cieco, è unico. Perché in quel momento le mura si dissolvono. Forse è così unico perché quella profonda indifferenza finisce. O forse è solo un caso. Avvelena la mia mente lentamente. Sprofonda lentamente. E il futuro non esiste. Solo ora. Solo il presente.

venerdì 22 febbraio 2013

Di nuovo Lui.


Finalmente un po' di sole! Oggi mi sento ottimista! Negli ultimi giorni sono stata malissimo. Ho avuto la febbre alta e non sono uscita di casa. Quanto odio stare male. E tutto per colpa di quel concerto metal di Riccardo. Perché avevo accettato di andare? Era in posto freddissimo. L'unica cosa positiva di quella sera è stata la musica. Io non sono un'appassionata di metal, anzi non ci capisco niente, pero devo ammettere che il suo gruppo non era male. Solo che se avessi saputo dell'influenza non ci sarei andata. Per non parlare poi degli ultimi avvenimenti di questi giorni. Alex si è rifatto vivo, wow! Questo proprio non me l'aspettavo. Che faccia tosta. Neanche una scusa. Niente. Mi ha solo scritto un messaggio con: "ci dobbiamo vedere". Ma non si stava rivedendo con la sua ex?? Beh e io ovviamente ho detto di si. Non so perché a volte sono così avventata. Dovevamo vederci ieri alle sei in città. "Ciao Alex." Ero arrivata decisamente puntuale, cosa che non faccio mai. Ero seduta sulle gradinate della piazza. "Come va?" mi chiese. Sembravamo due vecchi amici. Figo. Andiamo avanti così Non dovrei essere molto arrabbiata? Non avrei dovuto far finta di non aver mai visto quel messaggio? "Dipende." "In che senso?" Perché era cosi normale? "Da dove vuoi iniziare?" Un'ombra passò sul suo viso. "Sì. Devo spiegarti un po' di cose." si passò la mano sul mento e si sedette. Sembrava pensieroso. Bene. "Ti ascolto. Ho sentito un po' di cose in giro." "Anch'io." rispose "Senti mi spiace di non essermi fatto più sentire. Ho fatto un casino. In realtà è stato tutto incasinato. Sono stato un po' impegnato." "In cosa?" Perché non mi stava dicendo niente della sua fantastica ex? "Ho avuto da fare, sai com'è. Andare di qua di la. Insomma non ho avuto troppo tempo per scriverti." Spiegazione illuminante! "Cos'hai fatto?" avevo la voce fredda. "Un po' di lavoro in giro." "Certo. Chiaro." Quando aveva intenzione di andare al punto e dirmi tutto? "Insomma. Mi dispiace non averti scritto. Non è stato il massimo. Avrei dovuto farmi sentire di più." "Che mi dici di Beatrice?" chiesi. "Beatrice?" sembrava un po' sorpreso. Perfetto. Allora è tutto vero. "Si. Tu e lei. Vi visti quel sabato sera. Non far finta di non ricordare!" Rimase impassibile. Certo che si ricordava. Quella sera umiliante in cui mi aveva ignorato completamente davanti a tutta gente che conosciamo, andando dietro come un cagnolino alla sua ex. Sforzavo di ricordarmi il motivo per cui avessi accettato di incontrarlo. Avevo bevuto qualcosa? "Ti ricordi vero?" mi stavo arrabbiando. Perché se ne stava zitto e non rispondeva? Sensi di colpa? "Non hai niente da dirmi?" Silenzio. "Wow. Fantastico. Mi hai stufato Alessandro. Me ne vado." Mi alzai. "Sai che con lei non c'è mai stato niente." mi disse alzandosi subito dopo di me e cercando di trattenermi. "Cosa? Mi stai prendendo in giro?" "No." "Bene perché non mi piace essere presa in giro." Mi avviai giù per le scale verso la strada. "Jenni aspetta. Senti si lo so come può sembrare, ma sul serio lei mi ha solo aiutato con delle cose che dovevo fare." "Bravi entrambi." mi voltai di scatto. "Credi che sia stato bello essere stata mollata li? Non era un momento facile per me! Pensavo che avresti capito! Non pretendevo che stessimo insieme o altro, solo che non scomparissi cosi. Senza spiegazioni. Mi hai ferita e sinceramente non capisco perché. Sono settimane che non ci sentiamo, che hai smesso di farti vivo. E sinceramente non capisco perché sia venuta oggi." "Senti mi dispiace. Non volevo, ma in quel periodo avevo da fare e neanche volendo non avrei potuto esserci." Cosa? "Ti rendi conto che non ha senso? Non ha senso. Prima che me ne vada, dimmi solo perché mi volevi vedere oggi." Ero a qualche metro da lui però era come se avvertissi la sua tensione. Perché dovevo sempre trovarmi gente del genere? Uno peggio dell'altro. "Volevo che ricominciassimo da capo." disse quasi stanco. "Ah e cosa ti faceva pensare che ci sarei stata, eh? Ti sei stufato di Beatrice." In quel momento lo stavo odiando. Certo che ci vuole coraggio. "Mi dispiace J." Si stava avvicinando. Non volevo che si avvicinasse. "Ti prego, Jenni. Pensaci." Perché mi sentivo così debole. Lui era stato assente e mi aveva fatto cosi tanto soffrire e probabilmente in tutto questo tempo è stato con la sua ex, eppure nonostante fossi arrabbiate ero..dovevo allontanarmi. Sennò sapevo già come sarebbe finita. Non doveva finire come voleva lui. No. Me ne dovevo andare. E lo odiavo per farmi ancora questo. "Pensaci." ripeté. Mi girai e me ne andai velocemente prima che potesse dire altro. Non volevo che pensasse che m'importasse ancora qualcosa. Era ovvio, però, che non era così. Speravo tanto che non avesse capito niente. Cominciai camminare più velocemente come se fosse sufficiente a mettere una barriera fra noi e cancellare tutto.

lunedì 4 febbraio 2013

estasi

  
Questa canzone mi fa sentire così bene. Mi porta in una dimensione sconosciuta. Diversa. E' come se girare pagina fosse una lenta canzone. Monotona e ripetitiva, ma bella.
Cercare un nuovo aspetto della mente. Scoprire l'indescrivibile e l'estasi. Lasciarsi trasportare dalle emozioni solo per noia. La noia. Perché tutto è cosi noioso? E se un giorno il cuore smettesse di battere. Cosa succederebbe? Niente perché tutto è noioso. Sarebbe lo stesso di prima. Noioso. Ma se un giorno mi svegliassi con i raggi del sole negli occhi e vedessi l'immensità del cielo. Così com'è. Calpestando l'erba bruciata dal sole e sentendomi libera. Vedere oltre. Non cambierà mai nulla. Tutto è così passeggero e sfugge. Sono pochi i momenti veri. Quei momenti in cui si percepisce la bellezza del mondo, la felicità. Non perché non ce ne sia, ma perché passa tutto troppo velocemente. E tutto si dimentica altrettanto velocemente. Solo quella sensazione di benessere rimane. E non importa quanto ci si provi e riprovi non ci sarà più, è una sola. No, perché il tempo cancella tutto. Tutto tranne quella strano ricordo che invade il corpo con il suo dolce aroma e intossica la mente. E cercando di ritrovare quel piacere, si perde tutto il resto. E poi quando il ricordo svanisce, non rimane che il vuoto. Incolmabile perché non si può tornare indietro. Non si può afferrare una sensazione. E' fumo che va via. E' gioia che svanisce e dolore che ritorna.

domenica 27 gennaio 2013

piscina?




















Che brutto tempo! Non mi piace la pioggia, tranne rarissime volte. Sono stata malissimo da sabato pensando ad Alex e, poi, mi hanno detto che esce di nuovo con la sua ex. Peccato davvero. Sono rimasta scossa da come mi ha trattata. Nel senso so di aver sbagliato, però dammi una possibilità. Sono stanchissima e penso anche influenzata! Perché devo sempre dar ascolto alle mie amiche. Ieri sera Chiara ha avuto la fantastica idea di andare ad una festa in piscina! "Festa in piscina? Ma è metà gennaio!" "E allora? La piscina è al coperto. Dai sarà divertente! Conoscerai nuova gente! Ti farà bene!" mi disse al telefono. "No. Zero! Non conoscerò nessuno! E tu starai con Stefano tutto il tempo." "Ma va! J. vieni! Fidati sarà uno sballo!" "Di recente mi sono fidata anche troppo." risposi stizzita. Non avevo voglia di andare ad una festa dove non conoscevo nessuno. Chiara aveva conosciuto sta tipa, non so chi, che le aveva detto della sua festa stra figa in piscina a meta gennaio imperdibile. No non ero proprio in vena. "Che alternative hai? Passare il sabato sera dalla Sara a guardare un film stra depresso?" Ah giusto il film. Beh effettivamente no. "Sono dell'umore giusto se è per quello." "Che palle Jenni!! Fallo per me!" "Va bene vengo." sospirai "Contenta?" "Si!!!" "Ma niente bagno!" "Ti passiamo a prendere alle nove." credo che non mi avesse sentito o avesse fatto finta di no. Certo che sono sempre puntualissimi quei due! Come fanno? Io sono sempre in ritardo, non importa quanto ci provi ad arrivare in tempo. Alle nove in punto erano davanti a casa mia. Chiara mi venne incontro. "Non ti sei data un granché da fare!" Stava scrutando con disappunto i miei jeans e la maglietta. "Non ti piace il mi abbigliamento C.?" "Spero che tu almeno abbia il costume!" "NO." Sospirò. "Entriamo in macchina dai." "Ciao Stefano." "Ehi. Hai il costume? Sarà una figata sta festa." Presi stra male eh? "No. Non l'ha messo!" "Perché Jenni?" mi chiese Stefano. "Non faresti meglio a guardare la strada!" Non andrò mai più in macchina con lui alla guida! "Tranquilla! Con me non ti devi preoccupare." Si come no! Stava andando a centoventi all'ora con una nebbia fittissima; non si vedeva niente! "Non verrò mai più in macchina con te!" Quando arrivammo ero già stufa. Ci trovavamo davanti ad una villa immersa nel verde. "Bel posto. Dove l'hai conosciuta sta tipa?" chiesi a Chiara. "Al corso di cucina." "Una che ha una casa così, non ha la cuoca personale?" "Le piace cucinare.." Laura ci accolse con un saluto affettuoso, sembrava che ci conoscessimo da secoli. "Lei è Jenni e lui, Stefano." ci introdusse Chiara. "Laura, piacere." tese la mano. "Dai entrate". Ci condusse lungo un corridoio, in fondo al quale si sentiva della musica. La piscina non era tanto grande, o forse c'era semplicemente troppa gente. Erano tutti in costume ed il mio abbigliamento stonava un po'. Ma non m'importava. Per gran parte della serata me ne stetti davanti al cellulare, mentre tutti gli altri si divertivano in piscina. Poi, ero troppo stufa, presi la giacca ed uscii fuori. Ci saranno stati -10°! E la nebbia era ancora più fitta di prima. Mi sedetti li, su una panchina del giardino immenso a non guardare niente. La serata più pallosa della mia vita. In realtà sarebbe stata un bella festa, ma non ero proprio dell'umore. Poi vidi un tizio. Si avvicinava verso di me. "Fumi?" mi chiese, mentre si era appena acceso una sigaretta e ora ne stava porgendo una a me. "Sì." No. Ma mi stavo annoiando. "Grazie." dissi mentre mi porgeva l'accendino. "Sei di queste parti?" chiese. "Vicino. Abito in città." Eravamo in un paesino ad una ventina di chilometri dalla città. "Anch'io. Perché sei fuori?" notai che anche lui era vestito. Non aveva fatto il bagno sicuramente. "Così. Tu?" "Non è il mio genere di festa ideale, ma mia cugina mi ha obbligato. Laura." "E perché sei venuto allora?" "Non ci vedevamo da tanto." disse "Piacere Jenni." sorrisi. "Bel nome." "E tu come ti chiami?" "Riccardo." Sorrisi. "Non conosco molti Riccardo." "Nemmeno io molte Jenni." "Suoni?" "L'hai capito da come sono vestito?" Era vestito con una giacca nera di pelle, jeans neri, una maglietta nera dei Queen e gli anfibi neri, ovviamente. Non molto originale. Mi dava l'idea di uno di quei tanti metallari che si vedono in giro. "Più o meno." Ovviamente. "hai un gruppo?" "Sì, suono la chitarra e canto negli Evil Spell." Sempre meno originale, eh? "E sei bravo?" Ma che domande faccio? Sembrava un po' disorientato. "Se vieni al concerto di domenica prossima, potrai costatarlo da sola." "Sei bravo quindi?" "Vieni e vedrai." "Domenica prossima non posso." Si accese un'altra sigaretta quando aveva finito l'altra??? "Allora non lo saprai mai." "Va beh, penso che sopravvivrò." Poi entrai dentro cercando di tirar fuori da quella festa sempre più degenera Chiara e Stefano.

domenica 13 gennaio 2013

EVADERE


A volte sarebbe bello chiudere gli occhi e non vedere. Chiudere gli occhi e dimenticare. La gente dice che è facile. Lo dicono tutti. Vorrei che avessero ragione perché non riesco a chiudere gli occhi e far finta di niente. A volte vorrei semplicemente evadere dal mondo. Non avere più percezione delle cose. Non sentire nessun suono. Non vedere nessuna immagine. Non sentire la cattiveria della gente. Scappare dal mondo falso che mi circonda. Chiudere gli occhi e non vedere. Isolare il mondo fuori. Non posso fare a meno a volte di pensare allo scopo della vita.Sono stanca della cattiveria del mondo e non avere un obbiettivo che mi faccia sopportare tutto. E' tutto così ripetitivo, che a volte mi sembra di poter indovinare quello che succederà domani. C'è sempre tutta questa fretta e tutta questa pressione per realizzare certe cose. Eppure quando raggiungo quello che mi propongo, mi annoio. Non m'importa più dello sforzo impiegato o del perché mi sono impegnata così tanto. Lo trovo solo noioso e non capisco perché tutti si esaltino per così poco. Vado avanti così in una perenne noia. E poi ecco qualcosa di nuovo che attira la mia attenzione. Mi impegno, mi impegno e faccio di tutto per essere la migliore, per vincere. E l'ambizione mi divora. Ma poi ecco che non mi annoio e non sento più niente. Una volta mi è capitata una cosa strana. Stavo ascoltando dei miei amici parlare e non m'importava niente di quello che dicevano. Mi sono distaccata dal loro discorso ed è stato come essere un osservatore esterno che ascolta delle persone estranee. Vorrei tanto raggiungere un punto fermo. Per ora sembra che la corsa sia l'unica cosa che mi renda libera. Non esiste né l'ambizione, né la noia quando corro, non esiste la gente. Ci sono io ed il mio essere e non ho bisogno di nient'altro. A volte vorrei spingermi oltre i limiti. Tutti i limiti. La società impone così tanti limiti.
Evadere lo spazio ed il tempo, questo vorrei.

venerdì 11 gennaio 2013

FINITA


Alex non mi aveva chiesto niente dopo quella orribile notte con Davide. La mattina mi ero svegliata fra le sue braccia e mi sentivo la testa girare. Alex stava ancora dormendo perciò andai a farmi una doccia, ne avevo bisogno. Era come se l'acqua mi togliesse di dosso tutto quello che era successo e mi svuotava. Sapevo che avrei dovuto dare una spiegazione ad Alex. Dormi molto più di me e ebbi tutto il tempo per pensare a come iniziare il discorso, ma in realtà non avevo idea di cosa dirgli. Sapevo che era stata colpa mia, in gran parte perché ero stata incosciente. Odio sentirmi in colpa e pensare a come sarebbero state le cose se non mi fossi comportata così, però non posso farne a meno e questo mi tormenta. Quando si era svegliato ero in cucina. Mi ero messa dei leggins e una felpa lunga. Avevo ancora i capelli mezzi bagnati e il viso distrutto. Non avevo proprio un bell'aspetto quella mattina. Non sentii quando entrò e mi prese un colpo. "Ti ho spaventata?" si avvicinò abbracciandomi. "No." "Ti sei fatta la doccia." notò. "Sì, mi sono svegliata presto. Non riuscivo più a dormire. Ti va di mangiare?" "Cos'hai di buono?" "Tutto quello che vuoi! Basta che non mi chiedi di cucinare." "Perché?" "Non ti piacerebbe come cucino. Fidati! Sarà meglio per il tuo benessere fisico e psichico!" Si mise a ridere. Ci siamo messi perciò a mangiare qualcosa a caso che avevamo trovato in frigo. "Allora cos'è successo ieri sera?" mi andò quasi di traverso il succo d'arancia che stavo bevendo quando pronunciò quelle parole. "Non so se tu abbia davvero voglia di saperlo." Mi fissava. Voleva che continuassi e aveva ragione. Sospirai. Gli raccontai tutto d'un fiato. Non ebbi il coraggio di guardarlo quando finii. "Mi dispiace." dissi io. "A me dispiace che ti sia successa una cosa del genere. E' inconcepibile! Che gran stronzo." Era arrabbiato o stava facendo solo delle considerazioni? "Come hai fatto a farti trascinare fino a casa sua???" ma poi di colpo si rabbuiò "Provi ancora qualcosa per lui?" "No." risposi "Non provo più niente per lui. Non so cosa mi avesse preso. Ero confusa. Ma non provavo niente per lui." ammisi con tristezza e non capivo che cazzo mi avesse preso! Ero così arrabbiata con me stessa e lo sono ancora. Sembrava riflettere sulle mie parole, ma non disse niente. Poi si alzò. "Devo andare Jenni." Cosa? No! Perché? Ecco come mandare a puttane tutto in tre secondi. "Perché vai via?" "Ho da fare." rispose secco. Se ne andò e non mi disse più altro. Non si è fatto più sentire. Cosa vuol dire? Sono passati più di quattro giorni. Gli ho scritto più volte, ma non ha mai risposto. Mi manca da morire e non so che fare. Ho rovinato tutto. Lui pensa che a me freghi ancora qualcosa di Davide, ma non è così! Vorrei urlargli che non è cosi! Tanto non ha senso. Sento che è finito tutto e che non lo rivedrò mai più.

martedì 8 gennaio 2013

no. non stasera!


Ieri è stato il primo giorno di shopping qui da me!! Sono stata tutto il giorno in giro a fare compere. Prima di mattina e poi di pomeriggio. Avevo i piedi distrutti! E la sera dovevo uscire. Ero tornata a casa verso le sette. Non riuscivo quasi a reggermi in piedi. Lo shopping è estenuante! Ma ne è valsa la pena!! Ho preso così tante cose carine!! Quello che mi piace di più e un vestitino!! E' rosa pallido stretto sul seno e in vita, con un fiocco nero, e largo sui fianchi!! Lo amo!! Mi rappresenta!! La sera dovevo uscire con con delle vecchie amiche che non vedevo da troppo tempo. Anche se ero stanchissima uscii lo stesso. Tornata a casa ebbi giusto il tempo di farmi una doccia, vestirmi e truccarmi un po'. Il locale in cui ci siamo viste è in stile cubano. Servono da mangiare cibo cubano e da bere un po' di tutto. Poi dalle 11 in poi si balla e si fa casino. Eravamo in sette. Mi mancavano. Siamo amiche da secoli e non ci vediamo quasi mai perché abitiamo troppo lontane le une dalle altre, per questo approfittiamo delle vacanze per vederci. Non avevo troppa fame e non ho mangiato come le mie amiche. Ho preso qualche mojito. Mi stavo divertendo tantissimo! Poi amo questo posto perché mettono su musica latino americana, che amo ballare. Insomma quando tutte stavamo ballando e divertendo vedo Davide. Il mio umore è subito peggiorato. Non l'avevo visto da quando erano iniziate le vacanze e poi con tutto quello che è successo con Alex non l'avevo pensato, per niente. E invece no, eccolo lì. Non sapevo che fare. Di lui sono stata così innamorata e forse lo ero ancora. Non lo sapevo. Però sono stata male nel vederlo. Mi sono ricordata ancora una volta quanto mi aveva ferita con qualche parola. Non potevo e non potrò mai dimenticarlo, ma c'è qualcosa che mi attira irrimediabilmente verso di lui e mi fa sprofondare. Mi sedetti su una poltroncina usurata dal tempo, con i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Mary se ne accorse. Scese dal tavolino su qui stava ballando e venne da me. "J." disse "Che fai qui? Vieni a ballare." "Lui è qui." "Ho visto. Lascia perdere. Vieni a ballare." "Come faccio? Mi sento di merda." "Perché?" "E' difficile da spiegare. E' che c'è qualcosa che mi fa.." feci una pausa "..è difficile da spiegare." "Lo so...Vieni e fai finta che lui non ci sia." Alzai il viso, scoprendolo dalle mani e la guardai. Come spiegarle quello che sentivo? Volevo alzarmi e andare con loro, ma il mio corpo me lo impediva. Era come se qualcosa mi stesse immobilizzando lì. "Forse vado in bagno." dissi infine. "Vuoi che ti accompagni" "No, tranquilla. Grazie." Mi alzai ed andai verso il bagno. Volevo solo non sentire più la sua presenza. Il bagno era vuoto. Davanti ai due lavandini c'era un grande specchio. Mi avvicinai. Appoggiai le mani sui lati del lavandino e mi guardai. Avevo un aspetto terribile. Avevo gli occhi stanchi e tristi. Ero stata così tutta la serata? No, non credo. Era per Davide. Lo sentivo. Feci un profondo respiro dopo quello che mi sembrava un'eternità di tempo. Mi lavai le mani e presi il cellulare dalla pochette. C'era un messaggio. "Mi manchi. Alex" Lo lessi e mi sentii in colpa. Avevo sentimenti così contrastanti. Da una parte c'era il passato e dall'altra il futuro. Mi stava scoppiando la testa. Anche se non si può definire "una storia" quello che c'è fra me e Alex, ma solo attrazione fisica. Nient'altro, mentre quello che provavo per Davide durava da troppo tempo per essere solo qualcosa di fisico, credevo. Non capivo più niente. La testa mi stava scoppiando. Non risposi al messaggio. Non sapevo cosa rispondere; ero troppo frastornata per formulare una frase logica. Uscii dal bagno e venni frastornata dalla musica. Era fortissima. Guardai un po' in giro e poi andai verso le mie amiche che erano sedute sui divanetti intorno al nostro tavolino. Erano con dei ragazzi. Non capivo chi fossero perché erano girati di spalle. Vidi Mary che si alzò di scatto quando mi vide e quasi corse verso di me. "J." mi fermò quasi saltandomi addosso "senti mi dispiace.." mi stava osservando coi suoi occhi verdi e le sue ciglia lunghe aspettando una mia reazione. "Di cosa? Guarda che non mi sono offesa perché non sei venuta in bagno.." lei mi interruppe girando la testa e facendo muovere vigorosamente i capelli rossi. "No non è per quello" "E allora cosa c'è?" Stavo iniziando ad andare verso il tavolino, ma lei mi bloccò. "Noi..ecco...loro sono venuti lì..abbiamo iniziato a ballare e a parlare...e.." "Chi?" Sapevo già la risposta. "Non ti arrabbiare ti prego..mi dispia.." "No, non sono arrabbiata! tranquilla!" stavo urlando, per fortuna c'era la musica "Io stavo male e invitate loro al nostro tavolo?? Ero andata in bagno cinque minuti Mary!Cinque! Come avete potuto? COme?" Aveva lo sguardo mortificato. Non m'importava. "C'è anche lui" disse. "Evviva!" gridai isterica. La spinsi e andai verso il tavolo. "Ciao." dissi senza guardare nessuno. Davide era seduto dall'altra parte del tavolo. Stava bevendo un pesquito. Sembrava che gli piacesse molto da come lo beveva. Mary si accomodò accantò a me e mi prese la mano. Mi voltai verso di lei. Era veramente dispiaciuta. "Potevi pensarci prima. Ora è tardi per essere dispiaciute." Tirai via la mano. Volevo bere. Ordinai un cuba libre, poi una margarita e una tequila sunrise e poi..avevo la testa che mi girava troppo. Gli altri sembrava che si divertissero tantissimo. Non conosco gli amici di Davide e non voglio nemmeno conoscerli. Non ho parlato con loro ieri sera. Non m'importava niente di loro. Avranno pensato che sono una che se la tira abuso e sinceramente non me ne frega niente. Mi alzai con passo incerto ed andai fuori. C'era un'ombra che mi seguiva. L'aria era fredda. Non avevo preso la giacca ed avevo addosso solo una maglietta ed una gonna. Mi girai verso Davide. Mi sorpresi nel vederlo. Era lui che mi aveva seguito? O era già fuori? "Che vuoi?" gli chiesi. "Parlare." rispose calmo. "Di cosa?" "Perché mi hai tolto da facebook?" "Non pensavo te ne fregasse qualcosa." "Smettila dai. Ci conosciamo da una vita. Certo che m'importa." "Non sembrava quando hai detto.." mi bloccai. "Cosa?" Faceva finta di non ricordare? "Ah. Ho capito. Pensi che parlassi di te?" Non risposi. "E' cosi vero? Senti non mi stavo riferendo a te. Non lo farei mai!" "Ma è quello che hai fatto! Come puoi dire di no! Tu mi hai offesa Davide! Non importa se parlavi in generale! Inclusa c'ero anch'io." "Parlavo di una categoria di persone. Non di te." "Loro sono persone come me!" alzai la voce. "Ma è appunto perché parlavo in generale che non mi stavo riferendo a te!" "Che discorsi sono? la smetti di arrampicarti sugli specchi??" "Ma che stai dicendo?" "Sai quello che mi ha più ferito? Non avrei mai pianto se lo avesse detto qualcun altro, Davide, ma l'hai detto tu! E di te io..." ero innamorata. Questo volevo urlargli. Ma lo ero ancora? "Mi dispiace!" "Non basta!" ero esasperata. "Non basterà mai..per quanto io.." "tu cosa?" parlava piano. "..per quanto io ti possa aver amato!" lo guardai fisso negli occhi. Non parlò. Non si mosse. Voltò lo sguardo. Come pensavo. Non gliene frega niente di me. "Io..J. io.." "Tu cosa??" avevo le lacrime agli occhi! Si alzò e mi abbracciò. Mi strinse forte e io feci altrettanto piangendo sulla sua spalla. "No ti prego non piangere." Non ci riuscivo. Mi prese il mento con una mano e lo avvicinò al suo viso. Il nostro bacio è stato delicato e dolce. Non c'era fretta nel modo in cui mi baciava. Era intenso e profondo. C'era qualcosa che mi spingeva irrimediabilmente verso di lui. Il baratro. Non dovevo. Cosa stavo facendo? Non riuscivo a farne a meno. Mi asciugò le lacrime e rientrammo. Mi stava stringendo la mano. "Ti va se andiamo via?" "Sì." risposi. Presi la giacca e la pochette. Salutammo gli altri. Salii nella sua macchina. Non gli chiesi dove mi stesse portando. Non m'importava. Perché non m'importava? Nonostante mi sentissi ancora legata a lui. Era cambiato qualcosa e non dovevo andare con lui. Non dovevo. Ma c'era qualcosa che me lo impediva. Mise la musica forte. C'era "Scream&Shout". Adoro quella canzone. Dopo mezz'oretta parcheggiò di fronte a casa sua. Scese e feci altrettanto. Mi prese per mano e mi guidò verso casa. Entrammo. Mi trascinò verso la camera da letto. Ora mi stava baciando avidamente, con impazienza e mi stava cercando di togliermi velocemente i vestiti. Ma c'era qualcosa che non andava. No. Non volevo che fosse così. Non volevo che fra noi fosse così. Non sentivo più quello che provavo una volta. Mi girava la testa e le immagini di Alex si sovrapponevano al suo viso. "No" dissi. "Shh.." "No, Davide. Ti prego, no.." Lui continuava a baciarmi. No, era sbagliato. Cosa stavo facendo? "No. Ti ho detto di no." Lo spinsi via. "Dai J. vieni qui. Non fare la difficile!" sembrava posseduto. Cos'aveva? "Stammi lontano." Mi allontanai mentre lui si avvicinava. Presi la pochette dal suolo e uscii dalla stanza velocemente. "J. che ti prende?" "Stai lontano!" Ma lui non stava lontano. Mi strinse le braccia attorno alla vita da dietro la schiena. "Non era questo che volevi?" Cosa? NO! "Davide, no, ti prego". Ma lui non mi lasciava. Mi dibattei fra le sue braccia cercando di divincolarmi. Non ci riuscivo. "Lasciami." "Zitta!" disse girandomi violentemente verso di lui e tenendomi stretti i polsi fra le mani. Una paura improvvisa mi invase. Era davvero il Davide che conoscevo quello?? "Lasciami!" "Stai zitta ti ho detto!" mi strattonò spingendomi verso il muro, facendomi cadere. I miei polsi erano liberi. In quel momento i miei sensi si risvegliarono. Raccolsi la pochette caduta per terra, e cercai di rialzarmi. Lui si sporse verso di me per immobilizzarmi di nuovo. Lo spinsi e perse l'equilibrio. Corsi verso la porta. Uscii velocemente. Sentii un tacco rompersi. Lasciai li per terra entrambi e mi misi a correre in una direzione casuale. Lui uscì cercando di rincorrermi. Non ero mai stata così felice in vita mia di andare a correre. Avevo paura che lui salisse in macchina e mi raggiungesse. Le strade erano vuote e avevo paura. Arrivai all'ospedale di via ****. Entrai velocemente nel parcheggio illuminato e andai verso l'entrata del pronto soccorso. C'erano delle ambulanze li davanti e una signora mi chiese vedendomi senza scarpe, con la giacca aperta, le calze rotte e il mascara colato alle tre di notte, se andava tutto bene. Stavo per scoppiare a piangere. Feci di si con la testa. Mi sedetti su una delle panchine li davanti e presi il cellulare. Premetti sul numero di Alex. "Pronto" rispose una voce assonnata dopo un po' di squilli. "Alex..puoi venire.. " mi stava tremando la voce. "Ehi stai bene?" sembrava preoccupato. Scoppiai a piangere. "Jenni stai bene? Cos'è successo?" "Puoi venire a prendermi..ti prego!" la mia voce era soffocata dai singhiozzi. "Sì certo..cos'è successo stai bene? Dove sei?" "Sono al ospedale in via **** ..ti prego vieni presto.." "Arrivo subito..stai bene?" "Si.." risposi pianissimo. Aspettai poco, ma sembrò tantissimo. La gente passava e mi guardava di sottecchi. Alcuni infermieri mi chiesero se stessi bene. Dissi di si. Vidi una moto blu parcheggiare davanti al pronto soccorso e qualcuno scendere e correre verso di me. Era Alex. Aveva i capelli arruffati e lo sguardo molto preoccupato. Quando mi vide fece quasi un salto. Mi alzai in piedi e andai verso di lui. Mi abbracciò forte. Non mi chiese niente, ma era evidente l'ansia sul suo volto. "Stai bene?" chiese. "Ora si." sussurrai. "Vieni." Mi strinse la mano conducendomi verso la moto. "Ti porto a casa." disse. Mi fermai davanti a lui. "Grazie." Mi mise il casco in testa e subito dopo partimmo. I miei non erano in casa e una strana sensazione di ansia mi pervase. Avevo improvvisamente paura di entrare. "Che c'è?" chiese lui. "Niente." "Vuoi che ti accompagni fino a su." Mi aveva letto nel pensiero. Aprii la porta di casa e il calore familiare mi pervase. Entrai e Alex mi seguì. "Sicura di stare bene Jenni?" "Si, grazie. Grazie di tutto." "Okay allora vado" Si stava già allontanando quando .. "Alex!" "Sì" si girò. Lo abbracciai. Ora capivo quanto mi era mancato. Restò con me quella notte. Non ci baciammo. Non ci parlammo. Dormimmo stringendoci.

giovedì 3 gennaio 2013

Non lo capisco

Oggi è una bella giornata. Il sole splende. Sembra più primavera che inverno inoltrato. Ieri pioveva. Non è stata per niente una bella giornata. Era iniziata bene. Mi ero svegliata tardissimo, come sempre. Nonostante mi piaccia dormire, detesto perdere metà giornata, ma come sempre non posso fare altrimenti. Ho pranzato direttamente, era troppo tardi per fare colazione. Di pomeriggio mi dovevo vedere con la compagni a casa del Gio, Giorgio. Visto che diluviava non sono potuta andare in bici!! Ho preso quell'inferno dell'autobus! Non solo era in ritardo di mezz'ora,facendomi aspettare in mezzo alla pioggia torrenziale, ma andava anche lentissimo, a causa del traffio! Odio il traffico e odio ancora di più la gente che non sa fare a meno della macchina! E' tanto difficile godersi l'aria aperta a piedi o in bicicletta?? Non capirò mai! Comunque dopo un'ora sono arrivata a casa del Gio. Nella compagnia siamo una decina. Non è un numero fisso. Spesso siamo di più. E' bello stare insieme, ci divertiamo. Ieri Gio aveva la casa libera. Vidi subito Chiara con Stefano. Sono incoreggibili. Si DEVONO mettere insieme. Sono stufa di ripeterlo ad entrambi. La loro logica è assurda! Credono che mettendosi insieme non andranno più d'accordo! Non ha senso! Mi sedetti sul divano del salotto vicino a Sara e Vittoria, che subito hanno iniziato a tormentarmi con domande su Alex. Che palle. Stava arrivando un casino di gente. Non solo della compagnia. "Quanta gente viene?" chiesi a Vicky. "Altri amici del Gio." "Anche Alex." sussurrò Sara. Sara è la più timidina del gruppo. Non le piace stare al centro dell'attenzione e spesso parla a voce bassissima. "E allora?" mi voltai verso di lei. "Forse ti interessava saperlo." abbassò ancora di più la voce. "Secondo me le interessa abuso". Vicky rideva. "Vi appena detto che non me ne frega niente." "Non è vero." Era Chiara. "Dov'eri? A farti con Stefano?" "Non cambiare argomento J." si sedette per terra davanti a me. "Pff..guarda un po' chi parla poi!" mi stavano stufando. "E con Davide. Hai chiuso?" era Vicky. "Con Davide non c'è mai stato niente. Lo sapete. Lui mi ha fatto soffrire..faccia quel che vuole.." girai lo sguardo in cerca di una scappatoia. In quel esatto momento entrò nella stanza Alex con Max ed Emanuele. Mi guardò e rise. Cosa c'era da ridere? "Parli del diavolo." sogghignò Vicky. "E gli spuntano le corna." conclusi io. "Che devo fare ora, girls? Gli vado incontro? Gli chiedo perché non mi ha scritto e cosa pensa di me??" "J. stà calma!" disse Chiara "Vediamo come si comporta, lui." Passò qualche ora senza che ci parlassimo o altro. Ero stufa. Non mi stavo divertendo e la presenza di Alex mi metteva ansia. Decisi di andarmene. Salutai un po' tutti e stavo per uscire quando.. "Ehi J. ti va se ti do uno strappo?" mi girai verso il suono della voce di Alex. "Sei in moto?" Ma non stava piovendo?? Cercai con lo sguardo una finestra. Aveva smesso. "Si." rispose secco. "Allora sì." sorrisi ed uscii. Lui mi stava seguendo. Scendemmo le scale in silenzio. Nel condominio di Gio non c'è l'ascensore e lui vive al quarto piano! Alex ha una Yamaha fighissima blu scuro. Mi mise un casco in testa (dove l'aveva preso?). "Dove abiti?" chiese. Risposi cercando di essere il più precisa possibile. Faccio pena a dare le indicazioni. "Si, ho presente." mi quardò pensieroso. Poi.."Ti va se prima ti porto da un'altra parte?" mi stava squadrando. "Dove?" Fuori c'era buio e la strada ancora bagnata e per quanto mi fidassi delle sue doti da motociclista, volevo evitare di andare in posti lontani. "Un bel posto! Ti va o no?" "Ma se non so nemeno dove!" "Fidati." Fidarmi di uno che prima si fa con me, poi non si fa sentire per giorni, comparendo all'improvviso con idee strampalate? No, grazie. "Okay non ti va. Ho capito." Un senso di colpa mi invase. "No, sì..cioè perchè no?" Stupida. Stupida. Stupida. Perchè sono cosi sprovveduta?? Era tardi avevo già parlato. Sorrise. E io mi sciolsi. Partimmo a tutta velocità. Avevo la pelle d'oca per come guidava. Con la strada bagnata e di notte non si va a certe velocità!!
Finalmente arrivammo. Eravamo su una delle collini che circondano la città. C'era un grande spiazzo con una serie di gradinate. Mi sedetti. Si sedetete anche lui. Da lassù la città sembra piccola e luccica. E' uno spettacolo stare ad osservarla. "Non eri mai stata qui?" "No." "Bello, vero?" Mi girai e lo fissaì. "Che vuoi da me Alex?" La mia voce suonò rocca e stanca. Anche se non lo ero. "In che senso?" "Lo sai." Non rispose. "Non so." Cosa non sa??? "A Capodanno eri fantastica. Giuro. E il resto lo sai." Tutto qui? "E ora che vuoi fare?" chiesi. Non rispose, ancora. "Perché tu e Bea vi siete lasciati?" Il suo sguardi si illuminò. "Lei è stata a letto con un altro." Sono rimasta a bocca aperta. "E io l'ho mollata." "Ah. Cavolo. Scusa non volevo. Voi sembravate così presi.." "Io sì, per lo meno...le avevo dato un'altra chance dopo averlo scoperto, ma non riuscivo più a perdonarla e l'ho lasciata." "Quand'é successo?" "Un mese fa." Ammirammo un po' il paesaggio senza più parlare. "Tu J. mi hai fatto..Non so, sentire bene." disse all'improvviso. "Andiamo, ti porto a casa." Si alzò e mi prese per mano. Mi lasciò a qualche metro dalla porta di casa. "Ciao J." Si chinò per baciarmi. Andò via.

mercoledì 2 gennaio 2013

It feels good

Mi sento così bene! Sono stata a correre oggi. La prima volta dell'anno nuovo. Amo correre. Amo sentire l'aria fresca che entra dentro il mio corpo caldo. Mi fa sentire libera e leggera. Quando corro dimentico tutto. Non sento più il tempo che scorre. Sento solo i sensi liberi e la mente che si svuota. Perdo ogni capacità logica e l'unica cosa che voglio è sentire i miei muscoli superare ogni limite. Non importa quanto freddo o caldo ci sia, corro sempre e comunque. Questa passione è nata qualche anno fa. A scuola bisognava fare un test di resistenza e quindi cominciai ad andare a correre, per allenarmi. Questo allenamento divenne presto una vera e propria passione. Non so cosa farei senza la corsa! Molte mie amiche non mi capiscono. Mi chiedono sempre cosa ci sia di interessante. Cosa ci trovi di tanto bello. E' tutto quello che non provo che mi piace. Mi piace sentire il vento sulla mia pelle. Mi piace sentire i muscoli bruciare. Mi piace sentire quel brivido lungo la schiena..A volte mi chiedo se incontrerò mai qualcuno che abbia questa passione. Tutti sembrano molto più interessati ad altre cose. Lo sport viene spesso tralasciato. La corsa, poi, in particolare

ALEX

Il 31 dicembre 2012 ho visto Alessandro. Non lo vedevo da secoli! E' cambiato un casino!! Ha messo su un bel po' di massa muscolare. Ha lasciato crescere un po' i capelli. Per fortuna non sono più rasati a zero come prima! Gli arrivano un po' sotto le orecchie. Stà benissimo con questo taglio. Mi ha colpito il suo cambiamento. Mi piace così. E' sempre stato un bel ragazzo se è per quello! Ha i capelli castano chiaro, occhi azzurri e una bellissima pelle dorata. E' alto circa 1.80. Ero pomeriggio inoltrato ed ero salita sull'autobus che mi doveva portare in città. Dovevo vedere la mia amica Chiara per comprare un vestitino per la festa della sera. Per fortuna l'autobus era mezzo vuoto, così ho trovato subito posto a sedere. Ero seduta vicino ad un tipo metallaro, che scese la fermata successiva. Mi sedetti al suo posto vicino al finestrino. Odio gli autobus e cerco di evitarli il più possibile! Il finestrino è la mia unica salvezza. Con la musica a palla dell'ipod mi sono messa a fissare il paesaggio. Mi è venuto un colpo, quando ho sentito qualcuno che mi toccava. Mi sono voltata di scatto e davanti a me ho trovato lui, Alex. "Alex! Che colpo mi hai fatto prendere!" "Sempre la solita te, eh? Sempre immersa nel tuo mondo." "Nel mio mondo? E tu che mi dici? E' secoli che non ci si vede." "Si, lo so. Sono stato impegnato." "Con Bea?" "Ho rotto con lei. Non andava più." "Ah" "Tu che mi racconti. Sei ancora stra cotta di quello stronzo?" "Chi? Davide? No, figurati!" Sì tantissimo. Penso solo a lui. Purtroppo. Ma non potevo dirglielo. "Meglio così." "Ora che non c'è più Bea ti farai vedere di più?" "Forse." Perché gli uomini devono essere sempre cosi monosillabici?? "E dai! Ci manchi nella compagnia, sai." Sorrise. "Davvero?" "Si." Alex è sempre stato nella mia compagnia. Veniva sempre quando ci trovavamo, fin quando ha incontrato Beatrice. Poco alla volta avevo proprio smesso di farsi sentire. E' stato strano vederlo ieri. Ed è stato ancora più strano non vederlo con lei. Sembravano inseparabili. Volevo chiedergli perché si fossero lasciati, però mi sembrava d'invadere il suo spazio. Non so, non siamo mai stati così in confidenza. Le nostre conversazioni si sono sempre limitate a qualche scambio di battuta. Non ci mettevamo di certo a raccontarci i nostri segreti. E poi ci vedevamo sempre con la compagnia. "E' più vuota senza di te" dissi. Lui non rispose. Continuava a non rispondere. Si stava creando un silenzio imbarazzante. Perché non diceva qualcosa??? E' orribile quando succede. I secondi sembrano secoli in queste situazioni. "Fra poco scendo." disse finalmente! "Dove vai?" "Dal Max." "Salutamelo." "Okay. Ci vediamo J." mi diede un bacino sulla guancia e si alzò, andando verso l'uscita. "Ciao Alex." Che strano incontro. Decisi di non pensarci più. Con Chiara ho comprato un vestitino fantastico. A dire il vero è piuttosto classico: nero, corto e aderente. Siamo state poco in città, dovevamo tornare a casa mia per preparaci per la festa del Jack. Jack, Giacomo, è un nostro amico. A volte viene nella nostra compagnia, ma non è un membro stabile. Ieri sera i suoi erano fuori città e, quindi, lui ha deciso di dare una festa per l'ultimo dell'anno. In realtà lui dà spesso delle feste. I suoi sono spesso fuori casa e, anche se Jack dice di no, penso che sappino delle sue feste, ma non dicono niente. Ci abbiamo messo due ore a prepararci. Chiara ha messo il suo vestitino argento con delle décolleté nere. Le stava benissimo. Del resto ha un corpo perfetto. Non è troppo alta, ma molto proporzionata. E' una bella ragazza. E' castana ed ha una cascata di capelli neri. Ha gli occhi nocciola e le labbra carnose. Io, invece, ho messo il mio vestitino nero con delle décolleté blu scuro. Come trucco ho fatto un semplice smokey eyes, mentre Chiara ne ha fatto uno elaboratissimo, che ha copiato da qualche video su youtube. Non volevo esagerare con il trucco, visto che avevo esagerato con gli orecchini: sono dei pendenti molto grandi e brillanti. Ho messo una collana che mi ha regalato Chiara per il mio diciottesimo. E' un ciondolo a forma di tigre. La adoro!! Alle nove e mezza eravamo finalmente pronte. Ci ha accompagnate mio papà. La casa di Jack è in campagna. Siamo arrivate lì verso le dieci. C'era già un sacco di gente. Jack aveva fatto un ottimo lavoro. La casa era piena di roba da bere e da mangiare. "Ciao belle" "Jack!!" disse Chiara andandogli incontro e abbracciandolo. Feci lo stesso. "Grande Jack! Come sempre sarà una festa fighissima!" "Grazie Chiara." "Sono arrivati tutti?" gli chiesi io. "Quasi". Parlammo un altro po' poi Jack si allontanò. In breve tempo la festa decollò. Tutti ballavano e/o bevevano. Ho ballato tantissimo. Amo ballare! Solo che ho bisogno di alcool per scatenarmi completamente. Ho bevuto tanto, troppo. Non so come ad un certo punto della serata mi sono ritrovata seduta su un divanetto vicino ad Alex. "Alex! Ci vediamo due volte nella stessa giornata dopo mesi." "Sembra di sì." "Ma quando sei arrivato? Non ti ho visto.." "Da un pezzo, solo che tu stavi troppo ballando." Sorrideva. "Perché sorridi?" "Perché sei bella." Arrossii. "Da quando in qua?" "Da sempre." "Non sapevo che ti piacessero le bionde." "Solo tu." Arrossii di nuovo. Si stava avvicinando sempre di più verso di me. Mi girava la testa. Non so se fosse solo per l'alcol. Mi ritrovai con le labbra incollate alle sue. Era strano. Da quando in qua gli piacevo?? Mi stava baciando violentemente. La sua lingua richiedeva incessantemente la mia. Ci sapeva fare! Una delle sue mani era nei miei capelli e l'altra tirò verso di se la mia coscia, per poi risalire lentamente verso l'alto, accarezzando il mio corpo dolcemente. Non so quanto durò. Mi abbandonai a quei baci, muovendo le mani sopra il suo petto muscoloso. Lui si slegò da me come in un sogno. Lo guardai non capivo. Lui guardò gli altri. Feci altrettanto. Era quasi mezzanotte. Si alzò ed andò verso la massa di gente che contava i secondi che ci separavano dal nuovo anno. Cominciai a contare a mia volta, avviandomi lentamente verso il centro della stanza e prendendo un bicchiere vuoto. Vidi Alex insieme ad alcuni suoi amici. "..tre, due, uno!" Eccoci nel 2013! "Siamo nel 2013!!" Mi saltò Chiara addosso. Jack servì lo spumante. Era buono. Ricominciammo a ballare. Ero in estasi. Cosa c'era in quello spumante? Beh forse non era lo spumante, ma lo sguardo ardente di Alex su di me. "Vi ho visti prima". Era Chiara. "Tu e Alex." "E allora?" "Niente. Non mi avevi detto che ti piaceva." "Lui mi ha baciata." "E tu ci sei stata." Non risposi. Volevo solo ballare. Un nuovo anno era iniziato. "Tutta la compagnia vi guardava." "Che c'è di male?" "No, niente. E' che nessuno se l'aspettava. Alex era cosi preso da Bea." "Si sono lasciati." "Lo so." "Quindi?" Avevo smesso di ballare. "Quindi niente. E' solo questo." Perché Chiara doveva essere così rompipalle a volte? Lasciai perdere. La festa durò fino alle quattro, circa. La gente stava andando via o era impegnata sui divanetti o in altre stanze. Chiara era incollata a Stefano. Devono mettersi insieme quei due. Stanno bene insieme. Non dovrebbero far finta di essere solo amici. E' ovvio che non lo sono. Di Alex non c'era più traccia. Forse era in una delle stanze al piano di sopra. Dopo quei baci, non ci aveva più provato. Dovevamo dormire a casa di Jack, ma non avevo idea di dove. Forse per terra. Mi sentivo un po' esclusa. Andai al piano di sopra in cerca di una stanza libera. Cosa quasi impossibile, nonostante Jack abbia una casa molto grande. Alla fine entrai in una stanza a caso ed era vuota! C'era un letto matrimoniale al centro e delle foto sul comodino. Era la stanza dei genitori. Mi stesi sul letto, scalciando i tacchi per terra. Ero troppo stanca. I piedi mi facevano un male assurdo. Tirai fuori il cellulare dalla pochette e lessi un po' di messaggi d'auguri, quando qualcuno apri la porta. "Alex di nuovo tu." dissi vedendolo. Stava proprio bene coi jeans bassi ed una maglietta nera. "Stavo cercando una stanza vuota. Dormo qui." "Anch'io." "Sei sola?" si stava guardando intorno. "Che dici?" "Ti spiace se sto qui." "Fai pure." Si stese sul letto vicino a me. Si voltò a guardarmi. "Che fai?" "Rispondo ai messaggi d'augurio" Continuava a scrutarmi. Dopo un po' misi via il cellulare. Mi voltai verso di lui. Con una mano prese una ciocca dei miei capelli e ci giocò un po'. Poi lasciò perdere. Mi guardò negli occhi profondamente. Sentii qualcosa fremere dentro di me. Mi baciò e io risposi al suo bacio, abbracciandoci. Ci siamo addormentati così. Non so quando. Quando mi svegliai non era più lì.

il 2012

Il 2012 non è stato il migliore degli anni. Non c'è stata abbastanza passione. E' volato e non l'ho sentito. Non mi ha emozionata né entusiasmata. Anzi le uniche cose che ricordo sono deludenti e tristi. Tante illusioni sono state infrante e tanti desideri. Alcune persone che amavo mi hanno delusa e altre mi hanno fatto conoscere un lato di loro che, forse, non avrei mai voluto conoscere. Ho pianto per amore tanto e..voglio che tutto cambi con l'anno nuovo. Non voglio più vedere certe situazioni e scene. Non voglio più sentire alcuni nomi. Uno in particolare poi. Che cosa bisogna fare quando la persona di cui sei innamorato ti ferisce? Mi sono proposta solo di dimenticare. Il che sarà alquanto difficile visto che lo vedo quasi ogni giorno. Facciamo la stessa scuola superiore. Per fortuna siamo in classi separate. Ci conoscevamo da tanti anni e so che lui provava qualcosa per me una volta. Due anni fa circa le cose sono cambiate. Vedendolo ho iniziato a provare qualcosa di nuovo. Non capivo cosa. Mi sentivo le ossa cedere quando ero vicina a lui. Non mi era mai capitato e speravo che finisse il prima possibile! Odiavo l'idea di essermi presa una cotta per quello che avevo sempre considerato di brutto aspetto e esattamente il mio contrario. Non volevo accettarlo! Ho passato tanto tempo così; in questa strano amore/odio. Non volevo ammettere che era cambiato rispetto a quando eravamo bambini! Fisicamente, ovviamente, non era più lo stesso. Ed era di bel aspetto, anche se non volevo minimamente ammetterlo. Mi sembrava di contradirmi e di contradire tutto quello che avevo sempre detto a tutti. So che è stupido! Anzi molto stupido! Ma era proprio quello che provavo. Quando lo accettaì, pero, e gli scrivetti dei messaggi, mi sembrò che a lui non importasse nulla di me. Era ovvio e questo mi faceva sentire male. Decisi di dimenticarlo. Di finirla per sempre. Pensavo di esserci riuscita. D'estate non lo vidi. Non lo pensavo più. Ma poi l'estate finì e la scuola inizio. Ero più innamorata di prima. Non facevo altro che pensare a lui. Ed è durato a lungo. E continua ancora, nonostante la forte delusione che mi ha fatto piangere. Ha detto alcune cose, cose offensive che non voglio ripetere, parlando in generale, in cui ero inclusa anch'io. E questo mi ha ferito molto. Ho deciso di finirla per sempre dopo quel episodio. Ho cancellato il suo numero di telefono. L'ho cancellato da fb. E penso che se ne sia accorto. In quei giorni mi guardava con aria interrogativa. Cosa che ho ignorato.E' finita per sempre. Ho ingoiato tante altre delusioni nel 2012. Non è stato un bell'anno. Sono che sia finito.
Ed eccomi qui a scrivere. Voglio condividere quello che sento. La carta non basta più.