domenica 24 febbraio 2013

idillio

Solo uno. Uno ancora. Poi smetto lo giuro. Quanto spesso vorrei dirlo. E farlo. Sentire ancora una volta quel profumo. Sentire quel sapore. E poi smettere. Un'ultima volta soltanto. Una. Sentire il vortice nella testa. Se la vista si annebbia allora va bene. Allora sento la vita. Se le vene iniziamo a pulsare, è ora. Niente più pensieri, ma chilometri di vuoto. Tutto è evanescente, ma va bene perché non esiste altro. Esiste solo quel momento e la sensazione infinita di infinito. Non ci sono più limiti. I bordi svaniscono e la luce si affievolisce. Così tenue. Ma va bene perché tutto il resto sparisce. Gira e rigira la mia testa. Niente a più senso in ora. Niente. Non esiste nient'altro. Niente. Dispiacere, felicità, impossibilità, inadeguatezza, inettitudine. Tutto si può raggiungere. Non ha paragoni quello che provo. Non ha limiti. E' unico ed la leggerezza che mi stordisce. Ed è bellissimo sentire i suoni sfumare, la temperatura aumentare, la vista attenuarsi. I colori non sono più definiti. Non accecano più con la loro intensità. Non colgo più l'essenziale. Tutto è più vivace ed io sono esuberante. La musica è indefinita e le parole sono lontane. Profumi intensi penetrano ed inebriano i miei sensi. Non rimane più niente di quella che ero prima. E' come rigenerarsi. Sento i miei muscoli distendersi. E so che posso spingermi oltre gli estremi. Posso fare tutto. E' più che sensazionale. Non è spiegabile. E' estremo. Se avessi saputo che sarebbe stato così. Non sarei stata rimostrante. E anche se sembra un vicolo cieco, è unico. Perché in quel momento le mura si dissolvono. Forse è così unico perché quella profonda indifferenza finisce. O forse è solo un caso. Avvelena la mia mente lentamente. Sprofonda lentamente. E il futuro non esiste. Solo ora. Solo il presente.

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