domenica 27 gennaio 2013

piscina?




















Che brutto tempo! Non mi piace la pioggia, tranne rarissime volte. Sono stata malissimo da sabato pensando ad Alex e, poi, mi hanno detto che esce di nuovo con la sua ex. Peccato davvero. Sono rimasta scossa da come mi ha trattata. Nel senso so di aver sbagliato, però dammi una possibilità. Sono stanchissima e penso anche influenzata! Perché devo sempre dar ascolto alle mie amiche. Ieri sera Chiara ha avuto la fantastica idea di andare ad una festa in piscina! "Festa in piscina? Ma è metà gennaio!" "E allora? La piscina è al coperto. Dai sarà divertente! Conoscerai nuova gente! Ti farà bene!" mi disse al telefono. "No. Zero! Non conoscerò nessuno! E tu starai con Stefano tutto il tempo." "Ma va! J. vieni! Fidati sarà uno sballo!" "Di recente mi sono fidata anche troppo." risposi stizzita. Non avevo voglia di andare ad una festa dove non conoscevo nessuno. Chiara aveva conosciuto sta tipa, non so chi, che le aveva detto della sua festa stra figa in piscina a meta gennaio imperdibile. No non ero proprio in vena. "Che alternative hai? Passare il sabato sera dalla Sara a guardare un film stra depresso?" Ah giusto il film. Beh effettivamente no. "Sono dell'umore giusto se è per quello." "Che palle Jenni!! Fallo per me!" "Va bene vengo." sospirai "Contenta?" "Si!!!" "Ma niente bagno!" "Ti passiamo a prendere alle nove." credo che non mi avesse sentito o avesse fatto finta di no. Certo che sono sempre puntualissimi quei due! Come fanno? Io sono sempre in ritardo, non importa quanto ci provi ad arrivare in tempo. Alle nove in punto erano davanti a casa mia. Chiara mi venne incontro. "Non ti sei data un granché da fare!" Stava scrutando con disappunto i miei jeans e la maglietta. "Non ti piace il mi abbigliamento C.?" "Spero che tu almeno abbia il costume!" "NO." Sospirò. "Entriamo in macchina dai." "Ciao Stefano." "Ehi. Hai il costume? Sarà una figata sta festa." Presi stra male eh? "No. Non l'ha messo!" "Perché Jenni?" mi chiese Stefano. "Non faresti meglio a guardare la strada!" Non andrò mai più in macchina con lui alla guida! "Tranquilla! Con me non ti devi preoccupare." Si come no! Stava andando a centoventi all'ora con una nebbia fittissima; non si vedeva niente! "Non verrò mai più in macchina con te!" Quando arrivammo ero già stufa. Ci trovavamo davanti ad una villa immersa nel verde. "Bel posto. Dove l'hai conosciuta sta tipa?" chiesi a Chiara. "Al corso di cucina." "Una che ha una casa così, non ha la cuoca personale?" "Le piace cucinare.." Laura ci accolse con un saluto affettuoso, sembrava che ci conoscessimo da secoli. "Lei è Jenni e lui, Stefano." ci introdusse Chiara. "Laura, piacere." tese la mano. "Dai entrate". Ci condusse lungo un corridoio, in fondo al quale si sentiva della musica. La piscina non era tanto grande, o forse c'era semplicemente troppa gente. Erano tutti in costume ed il mio abbigliamento stonava un po'. Ma non m'importava. Per gran parte della serata me ne stetti davanti al cellulare, mentre tutti gli altri si divertivano in piscina. Poi, ero troppo stufa, presi la giacca ed uscii fuori. Ci saranno stati -10°! E la nebbia era ancora più fitta di prima. Mi sedetti li, su una panchina del giardino immenso a non guardare niente. La serata più pallosa della mia vita. In realtà sarebbe stata un bella festa, ma non ero proprio dell'umore. Poi vidi un tizio. Si avvicinava verso di me. "Fumi?" mi chiese, mentre si era appena acceso una sigaretta e ora ne stava porgendo una a me. "Sì." No. Ma mi stavo annoiando. "Grazie." dissi mentre mi porgeva l'accendino. "Sei di queste parti?" chiese. "Vicino. Abito in città." Eravamo in un paesino ad una ventina di chilometri dalla città. "Anch'io. Perché sei fuori?" notai che anche lui era vestito. Non aveva fatto il bagno sicuramente. "Così. Tu?" "Non è il mio genere di festa ideale, ma mia cugina mi ha obbligato. Laura." "E perché sei venuto allora?" "Non ci vedevamo da tanto." disse "Piacere Jenni." sorrisi. "Bel nome." "E tu come ti chiami?" "Riccardo." Sorrisi. "Non conosco molti Riccardo." "Nemmeno io molte Jenni." "Suoni?" "L'hai capito da come sono vestito?" Era vestito con una giacca nera di pelle, jeans neri, una maglietta nera dei Queen e gli anfibi neri, ovviamente. Non molto originale. Mi dava l'idea di uno di quei tanti metallari che si vedono in giro. "Più o meno." Ovviamente. "hai un gruppo?" "Sì, suono la chitarra e canto negli Evil Spell." Sempre meno originale, eh? "E sei bravo?" Ma che domande faccio? Sembrava un po' disorientato. "Se vieni al concerto di domenica prossima, potrai costatarlo da sola." "Sei bravo quindi?" "Vieni e vedrai." "Domenica prossima non posso." Si accese un'altra sigaretta quando aveva finito l'altra??? "Allora non lo saprai mai." "Va beh, penso che sopravvivrò." Poi entrai dentro cercando di tirar fuori da quella festa sempre più degenera Chiara e Stefano.

domenica 13 gennaio 2013

EVADERE


A volte sarebbe bello chiudere gli occhi e non vedere. Chiudere gli occhi e dimenticare. La gente dice che è facile. Lo dicono tutti. Vorrei che avessero ragione perché non riesco a chiudere gli occhi e far finta di niente. A volte vorrei semplicemente evadere dal mondo. Non avere più percezione delle cose. Non sentire nessun suono. Non vedere nessuna immagine. Non sentire la cattiveria della gente. Scappare dal mondo falso che mi circonda. Chiudere gli occhi e non vedere. Isolare il mondo fuori. Non posso fare a meno a volte di pensare allo scopo della vita.Sono stanca della cattiveria del mondo e non avere un obbiettivo che mi faccia sopportare tutto. E' tutto così ripetitivo, che a volte mi sembra di poter indovinare quello che succederà domani. C'è sempre tutta questa fretta e tutta questa pressione per realizzare certe cose. Eppure quando raggiungo quello che mi propongo, mi annoio. Non m'importa più dello sforzo impiegato o del perché mi sono impegnata così tanto. Lo trovo solo noioso e non capisco perché tutti si esaltino per così poco. Vado avanti così in una perenne noia. E poi ecco qualcosa di nuovo che attira la mia attenzione. Mi impegno, mi impegno e faccio di tutto per essere la migliore, per vincere. E l'ambizione mi divora. Ma poi ecco che non mi annoio e non sento più niente. Una volta mi è capitata una cosa strana. Stavo ascoltando dei miei amici parlare e non m'importava niente di quello che dicevano. Mi sono distaccata dal loro discorso ed è stato come essere un osservatore esterno che ascolta delle persone estranee. Vorrei tanto raggiungere un punto fermo. Per ora sembra che la corsa sia l'unica cosa che mi renda libera. Non esiste né l'ambizione, né la noia quando corro, non esiste la gente. Ci sono io ed il mio essere e non ho bisogno di nient'altro. A volte vorrei spingermi oltre i limiti. Tutti i limiti. La società impone così tanti limiti.
Evadere lo spazio ed il tempo, questo vorrei.

venerdì 11 gennaio 2013

FINITA


Alex non mi aveva chiesto niente dopo quella orribile notte con Davide. La mattina mi ero svegliata fra le sue braccia e mi sentivo la testa girare. Alex stava ancora dormendo perciò andai a farmi una doccia, ne avevo bisogno. Era come se l'acqua mi togliesse di dosso tutto quello che era successo e mi svuotava. Sapevo che avrei dovuto dare una spiegazione ad Alex. Dormi molto più di me e ebbi tutto il tempo per pensare a come iniziare il discorso, ma in realtà non avevo idea di cosa dirgli. Sapevo che era stata colpa mia, in gran parte perché ero stata incosciente. Odio sentirmi in colpa e pensare a come sarebbero state le cose se non mi fossi comportata così, però non posso farne a meno e questo mi tormenta. Quando si era svegliato ero in cucina. Mi ero messa dei leggins e una felpa lunga. Avevo ancora i capelli mezzi bagnati e il viso distrutto. Non avevo proprio un bell'aspetto quella mattina. Non sentii quando entrò e mi prese un colpo. "Ti ho spaventata?" si avvicinò abbracciandomi. "No." "Ti sei fatta la doccia." notò. "Sì, mi sono svegliata presto. Non riuscivo più a dormire. Ti va di mangiare?" "Cos'hai di buono?" "Tutto quello che vuoi! Basta che non mi chiedi di cucinare." "Perché?" "Non ti piacerebbe come cucino. Fidati! Sarà meglio per il tuo benessere fisico e psichico!" Si mise a ridere. Ci siamo messi perciò a mangiare qualcosa a caso che avevamo trovato in frigo. "Allora cos'è successo ieri sera?" mi andò quasi di traverso il succo d'arancia che stavo bevendo quando pronunciò quelle parole. "Non so se tu abbia davvero voglia di saperlo." Mi fissava. Voleva che continuassi e aveva ragione. Sospirai. Gli raccontai tutto d'un fiato. Non ebbi il coraggio di guardarlo quando finii. "Mi dispiace." dissi io. "A me dispiace che ti sia successa una cosa del genere. E' inconcepibile! Che gran stronzo." Era arrabbiato o stava facendo solo delle considerazioni? "Come hai fatto a farti trascinare fino a casa sua???" ma poi di colpo si rabbuiò "Provi ancora qualcosa per lui?" "No." risposi "Non provo più niente per lui. Non so cosa mi avesse preso. Ero confusa. Ma non provavo niente per lui." ammisi con tristezza e non capivo che cazzo mi avesse preso! Ero così arrabbiata con me stessa e lo sono ancora. Sembrava riflettere sulle mie parole, ma non disse niente. Poi si alzò. "Devo andare Jenni." Cosa? No! Perché? Ecco come mandare a puttane tutto in tre secondi. "Perché vai via?" "Ho da fare." rispose secco. Se ne andò e non mi disse più altro. Non si è fatto più sentire. Cosa vuol dire? Sono passati più di quattro giorni. Gli ho scritto più volte, ma non ha mai risposto. Mi manca da morire e non so che fare. Ho rovinato tutto. Lui pensa che a me freghi ancora qualcosa di Davide, ma non è così! Vorrei urlargli che non è cosi! Tanto non ha senso. Sento che è finito tutto e che non lo rivedrò mai più.

martedì 8 gennaio 2013

no. non stasera!


Ieri è stato il primo giorno di shopping qui da me!! Sono stata tutto il giorno in giro a fare compere. Prima di mattina e poi di pomeriggio. Avevo i piedi distrutti! E la sera dovevo uscire. Ero tornata a casa verso le sette. Non riuscivo quasi a reggermi in piedi. Lo shopping è estenuante! Ma ne è valsa la pena!! Ho preso così tante cose carine!! Quello che mi piace di più e un vestitino!! E' rosa pallido stretto sul seno e in vita, con un fiocco nero, e largo sui fianchi!! Lo amo!! Mi rappresenta!! La sera dovevo uscire con con delle vecchie amiche che non vedevo da troppo tempo. Anche se ero stanchissima uscii lo stesso. Tornata a casa ebbi giusto il tempo di farmi una doccia, vestirmi e truccarmi un po'. Il locale in cui ci siamo viste è in stile cubano. Servono da mangiare cibo cubano e da bere un po' di tutto. Poi dalle 11 in poi si balla e si fa casino. Eravamo in sette. Mi mancavano. Siamo amiche da secoli e non ci vediamo quasi mai perché abitiamo troppo lontane le une dalle altre, per questo approfittiamo delle vacanze per vederci. Non avevo troppa fame e non ho mangiato come le mie amiche. Ho preso qualche mojito. Mi stavo divertendo tantissimo! Poi amo questo posto perché mettono su musica latino americana, che amo ballare. Insomma quando tutte stavamo ballando e divertendo vedo Davide. Il mio umore è subito peggiorato. Non l'avevo visto da quando erano iniziate le vacanze e poi con tutto quello che è successo con Alex non l'avevo pensato, per niente. E invece no, eccolo lì. Non sapevo che fare. Di lui sono stata così innamorata e forse lo ero ancora. Non lo sapevo. Però sono stata male nel vederlo. Mi sono ricordata ancora una volta quanto mi aveva ferita con qualche parola. Non potevo e non potrò mai dimenticarlo, ma c'è qualcosa che mi attira irrimediabilmente verso di lui e mi fa sprofondare. Mi sedetti su una poltroncina usurata dal tempo, con i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Mary se ne accorse. Scese dal tavolino su qui stava ballando e venne da me. "J." disse "Che fai qui? Vieni a ballare." "Lui è qui." "Ho visto. Lascia perdere. Vieni a ballare." "Come faccio? Mi sento di merda." "Perché?" "E' difficile da spiegare. E' che c'è qualcosa che mi fa.." feci una pausa "..è difficile da spiegare." "Lo so...Vieni e fai finta che lui non ci sia." Alzai il viso, scoprendolo dalle mani e la guardai. Come spiegarle quello che sentivo? Volevo alzarmi e andare con loro, ma il mio corpo me lo impediva. Era come se qualcosa mi stesse immobilizzando lì. "Forse vado in bagno." dissi infine. "Vuoi che ti accompagni" "No, tranquilla. Grazie." Mi alzai ed andai verso il bagno. Volevo solo non sentire più la sua presenza. Il bagno era vuoto. Davanti ai due lavandini c'era un grande specchio. Mi avvicinai. Appoggiai le mani sui lati del lavandino e mi guardai. Avevo un aspetto terribile. Avevo gli occhi stanchi e tristi. Ero stata così tutta la serata? No, non credo. Era per Davide. Lo sentivo. Feci un profondo respiro dopo quello che mi sembrava un'eternità di tempo. Mi lavai le mani e presi il cellulare dalla pochette. C'era un messaggio. "Mi manchi. Alex" Lo lessi e mi sentii in colpa. Avevo sentimenti così contrastanti. Da una parte c'era il passato e dall'altra il futuro. Mi stava scoppiando la testa. Anche se non si può definire "una storia" quello che c'è fra me e Alex, ma solo attrazione fisica. Nient'altro, mentre quello che provavo per Davide durava da troppo tempo per essere solo qualcosa di fisico, credevo. Non capivo più niente. La testa mi stava scoppiando. Non risposi al messaggio. Non sapevo cosa rispondere; ero troppo frastornata per formulare una frase logica. Uscii dal bagno e venni frastornata dalla musica. Era fortissima. Guardai un po' in giro e poi andai verso le mie amiche che erano sedute sui divanetti intorno al nostro tavolino. Erano con dei ragazzi. Non capivo chi fossero perché erano girati di spalle. Vidi Mary che si alzò di scatto quando mi vide e quasi corse verso di me. "J." mi fermò quasi saltandomi addosso "senti mi dispiace.." mi stava osservando coi suoi occhi verdi e le sue ciglia lunghe aspettando una mia reazione. "Di cosa? Guarda che non mi sono offesa perché non sei venuta in bagno.." lei mi interruppe girando la testa e facendo muovere vigorosamente i capelli rossi. "No non è per quello" "E allora cosa c'è?" Stavo iniziando ad andare verso il tavolino, ma lei mi bloccò. "Noi..ecco...loro sono venuti lì..abbiamo iniziato a ballare e a parlare...e.." "Chi?" Sapevo già la risposta. "Non ti arrabbiare ti prego..mi dispia.." "No, non sono arrabbiata! tranquilla!" stavo urlando, per fortuna c'era la musica "Io stavo male e invitate loro al nostro tavolo?? Ero andata in bagno cinque minuti Mary!Cinque! Come avete potuto? COme?" Aveva lo sguardo mortificato. Non m'importava. "C'è anche lui" disse. "Evviva!" gridai isterica. La spinsi e andai verso il tavolo. "Ciao." dissi senza guardare nessuno. Davide era seduto dall'altra parte del tavolo. Stava bevendo un pesquito. Sembrava che gli piacesse molto da come lo beveva. Mary si accomodò accantò a me e mi prese la mano. Mi voltai verso di lei. Era veramente dispiaciuta. "Potevi pensarci prima. Ora è tardi per essere dispiaciute." Tirai via la mano. Volevo bere. Ordinai un cuba libre, poi una margarita e una tequila sunrise e poi..avevo la testa che mi girava troppo. Gli altri sembrava che si divertissero tantissimo. Non conosco gli amici di Davide e non voglio nemmeno conoscerli. Non ho parlato con loro ieri sera. Non m'importava niente di loro. Avranno pensato che sono una che se la tira abuso e sinceramente non me ne frega niente. Mi alzai con passo incerto ed andai fuori. C'era un'ombra che mi seguiva. L'aria era fredda. Non avevo preso la giacca ed avevo addosso solo una maglietta ed una gonna. Mi girai verso Davide. Mi sorpresi nel vederlo. Era lui che mi aveva seguito? O era già fuori? "Che vuoi?" gli chiesi. "Parlare." rispose calmo. "Di cosa?" "Perché mi hai tolto da facebook?" "Non pensavo te ne fregasse qualcosa." "Smettila dai. Ci conosciamo da una vita. Certo che m'importa." "Non sembrava quando hai detto.." mi bloccai. "Cosa?" Faceva finta di non ricordare? "Ah. Ho capito. Pensi che parlassi di te?" Non risposi. "E' cosi vero? Senti non mi stavo riferendo a te. Non lo farei mai!" "Ma è quello che hai fatto! Come puoi dire di no! Tu mi hai offesa Davide! Non importa se parlavi in generale! Inclusa c'ero anch'io." "Parlavo di una categoria di persone. Non di te." "Loro sono persone come me!" alzai la voce. "Ma è appunto perché parlavo in generale che non mi stavo riferendo a te!" "Che discorsi sono? la smetti di arrampicarti sugli specchi??" "Ma che stai dicendo?" "Sai quello che mi ha più ferito? Non avrei mai pianto se lo avesse detto qualcun altro, Davide, ma l'hai detto tu! E di te io..." ero innamorata. Questo volevo urlargli. Ma lo ero ancora? "Mi dispiace!" "Non basta!" ero esasperata. "Non basterà mai..per quanto io.." "tu cosa?" parlava piano. "..per quanto io ti possa aver amato!" lo guardai fisso negli occhi. Non parlò. Non si mosse. Voltò lo sguardo. Come pensavo. Non gliene frega niente di me. "Io..J. io.." "Tu cosa??" avevo le lacrime agli occhi! Si alzò e mi abbracciò. Mi strinse forte e io feci altrettanto piangendo sulla sua spalla. "No ti prego non piangere." Non ci riuscivo. Mi prese il mento con una mano e lo avvicinò al suo viso. Il nostro bacio è stato delicato e dolce. Non c'era fretta nel modo in cui mi baciava. Era intenso e profondo. C'era qualcosa che mi spingeva irrimediabilmente verso di lui. Il baratro. Non dovevo. Cosa stavo facendo? Non riuscivo a farne a meno. Mi asciugò le lacrime e rientrammo. Mi stava stringendo la mano. "Ti va se andiamo via?" "Sì." risposi. Presi la giacca e la pochette. Salutammo gli altri. Salii nella sua macchina. Non gli chiesi dove mi stesse portando. Non m'importava. Perché non m'importava? Nonostante mi sentissi ancora legata a lui. Era cambiato qualcosa e non dovevo andare con lui. Non dovevo. Ma c'era qualcosa che me lo impediva. Mise la musica forte. C'era "Scream&Shout". Adoro quella canzone. Dopo mezz'oretta parcheggiò di fronte a casa sua. Scese e feci altrettanto. Mi prese per mano e mi guidò verso casa. Entrammo. Mi trascinò verso la camera da letto. Ora mi stava baciando avidamente, con impazienza e mi stava cercando di togliermi velocemente i vestiti. Ma c'era qualcosa che non andava. No. Non volevo che fosse così. Non volevo che fra noi fosse così. Non sentivo più quello che provavo una volta. Mi girava la testa e le immagini di Alex si sovrapponevano al suo viso. "No" dissi. "Shh.." "No, Davide. Ti prego, no.." Lui continuava a baciarmi. No, era sbagliato. Cosa stavo facendo? "No. Ti ho detto di no." Lo spinsi via. "Dai J. vieni qui. Non fare la difficile!" sembrava posseduto. Cos'aveva? "Stammi lontano." Mi allontanai mentre lui si avvicinava. Presi la pochette dal suolo e uscii dalla stanza velocemente. "J. che ti prende?" "Stai lontano!" Ma lui non stava lontano. Mi strinse le braccia attorno alla vita da dietro la schiena. "Non era questo che volevi?" Cosa? NO! "Davide, no, ti prego". Ma lui non mi lasciava. Mi dibattei fra le sue braccia cercando di divincolarmi. Non ci riuscivo. "Lasciami." "Zitta!" disse girandomi violentemente verso di lui e tenendomi stretti i polsi fra le mani. Una paura improvvisa mi invase. Era davvero il Davide che conoscevo quello?? "Lasciami!" "Stai zitta ti ho detto!" mi strattonò spingendomi verso il muro, facendomi cadere. I miei polsi erano liberi. In quel momento i miei sensi si risvegliarono. Raccolsi la pochette caduta per terra, e cercai di rialzarmi. Lui si sporse verso di me per immobilizzarmi di nuovo. Lo spinsi e perse l'equilibrio. Corsi verso la porta. Uscii velocemente. Sentii un tacco rompersi. Lasciai li per terra entrambi e mi misi a correre in una direzione casuale. Lui uscì cercando di rincorrermi. Non ero mai stata così felice in vita mia di andare a correre. Avevo paura che lui salisse in macchina e mi raggiungesse. Le strade erano vuote e avevo paura. Arrivai all'ospedale di via ****. Entrai velocemente nel parcheggio illuminato e andai verso l'entrata del pronto soccorso. C'erano delle ambulanze li davanti e una signora mi chiese vedendomi senza scarpe, con la giacca aperta, le calze rotte e il mascara colato alle tre di notte, se andava tutto bene. Stavo per scoppiare a piangere. Feci di si con la testa. Mi sedetti su una delle panchine li davanti e presi il cellulare. Premetti sul numero di Alex. "Pronto" rispose una voce assonnata dopo un po' di squilli. "Alex..puoi venire.. " mi stava tremando la voce. "Ehi stai bene?" sembrava preoccupato. Scoppiai a piangere. "Jenni stai bene? Cos'è successo?" "Puoi venire a prendermi..ti prego!" la mia voce era soffocata dai singhiozzi. "Sì certo..cos'è successo stai bene? Dove sei?" "Sono al ospedale in via **** ..ti prego vieni presto.." "Arrivo subito..stai bene?" "Si.." risposi pianissimo. Aspettai poco, ma sembrò tantissimo. La gente passava e mi guardava di sottecchi. Alcuni infermieri mi chiesero se stessi bene. Dissi di si. Vidi una moto blu parcheggiare davanti al pronto soccorso e qualcuno scendere e correre verso di me. Era Alex. Aveva i capelli arruffati e lo sguardo molto preoccupato. Quando mi vide fece quasi un salto. Mi alzai in piedi e andai verso di lui. Mi abbracciò forte. Non mi chiese niente, ma era evidente l'ansia sul suo volto. "Stai bene?" chiese. "Ora si." sussurrai. "Vieni." Mi strinse la mano conducendomi verso la moto. "Ti porto a casa." disse. Mi fermai davanti a lui. "Grazie." Mi mise il casco in testa e subito dopo partimmo. I miei non erano in casa e una strana sensazione di ansia mi pervase. Avevo improvvisamente paura di entrare. "Che c'è?" chiese lui. "Niente." "Vuoi che ti accompagni fino a su." Mi aveva letto nel pensiero. Aprii la porta di casa e il calore familiare mi pervase. Entrai e Alex mi seguì. "Sicura di stare bene Jenni?" "Si, grazie. Grazie di tutto." "Okay allora vado" Si stava già allontanando quando .. "Alex!" "Sì" si girò. Lo abbracciai. Ora capivo quanto mi era mancato. Restò con me quella notte. Non ci baciammo. Non ci parlammo. Dormimmo stringendoci.

giovedì 3 gennaio 2013

Non lo capisco

Oggi è una bella giornata. Il sole splende. Sembra più primavera che inverno inoltrato. Ieri pioveva. Non è stata per niente una bella giornata. Era iniziata bene. Mi ero svegliata tardissimo, come sempre. Nonostante mi piaccia dormire, detesto perdere metà giornata, ma come sempre non posso fare altrimenti. Ho pranzato direttamente, era troppo tardi per fare colazione. Di pomeriggio mi dovevo vedere con la compagni a casa del Gio, Giorgio. Visto che diluviava non sono potuta andare in bici!! Ho preso quell'inferno dell'autobus! Non solo era in ritardo di mezz'ora,facendomi aspettare in mezzo alla pioggia torrenziale, ma andava anche lentissimo, a causa del traffio! Odio il traffico e odio ancora di più la gente che non sa fare a meno della macchina! E' tanto difficile godersi l'aria aperta a piedi o in bicicletta?? Non capirò mai! Comunque dopo un'ora sono arrivata a casa del Gio. Nella compagnia siamo una decina. Non è un numero fisso. Spesso siamo di più. E' bello stare insieme, ci divertiamo. Ieri Gio aveva la casa libera. Vidi subito Chiara con Stefano. Sono incoreggibili. Si DEVONO mettere insieme. Sono stufa di ripeterlo ad entrambi. La loro logica è assurda! Credono che mettendosi insieme non andranno più d'accordo! Non ha senso! Mi sedetti sul divano del salotto vicino a Sara e Vittoria, che subito hanno iniziato a tormentarmi con domande su Alex. Che palle. Stava arrivando un casino di gente. Non solo della compagnia. "Quanta gente viene?" chiesi a Vicky. "Altri amici del Gio." "Anche Alex." sussurrò Sara. Sara è la più timidina del gruppo. Non le piace stare al centro dell'attenzione e spesso parla a voce bassissima. "E allora?" mi voltai verso di lei. "Forse ti interessava saperlo." abbassò ancora di più la voce. "Secondo me le interessa abuso". Vicky rideva. "Vi appena detto che non me ne frega niente." "Non è vero." Era Chiara. "Dov'eri? A farti con Stefano?" "Non cambiare argomento J." si sedette per terra davanti a me. "Pff..guarda un po' chi parla poi!" mi stavano stufando. "E con Davide. Hai chiuso?" era Vicky. "Con Davide non c'è mai stato niente. Lo sapete. Lui mi ha fatto soffrire..faccia quel che vuole.." girai lo sguardo in cerca di una scappatoia. In quel esatto momento entrò nella stanza Alex con Max ed Emanuele. Mi guardò e rise. Cosa c'era da ridere? "Parli del diavolo." sogghignò Vicky. "E gli spuntano le corna." conclusi io. "Che devo fare ora, girls? Gli vado incontro? Gli chiedo perché non mi ha scritto e cosa pensa di me??" "J. stà calma!" disse Chiara "Vediamo come si comporta, lui." Passò qualche ora senza che ci parlassimo o altro. Ero stufa. Non mi stavo divertendo e la presenza di Alex mi metteva ansia. Decisi di andarmene. Salutai un po' tutti e stavo per uscire quando.. "Ehi J. ti va se ti do uno strappo?" mi girai verso il suono della voce di Alex. "Sei in moto?" Ma non stava piovendo?? Cercai con lo sguardo una finestra. Aveva smesso. "Si." rispose secco. "Allora sì." sorrisi ed uscii. Lui mi stava seguendo. Scendemmo le scale in silenzio. Nel condominio di Gio non c'è l'ascensore e lui vive al quarto piano! Alex ha una Yamaha fighissima blu scuro. Mi mise un casco in testa (dove l'aveva preso?). "Dove abiti?" chiese. Risposi cercando di essere il più precisa possibile. Faccio pena a dare le indicazioni. "Si, ho presente." mi quardò pensieroso. Poi.."Ti va se prima ti porto da un'altra parte?" mi stava squadrando. "Dove?" Fuori c'era buio e la strada ancora bagnata e per quanto mi fidassi delle sue doti da motociclista, volevo evitare di andare in posti lontani. "Un bel posto! Ti va o no?" "Ma se non so nemeno dove!" "Fidati." Fidarmi di uno che prima si fa con me, poi non si fa sentire per giorni, comparendo all'improvviso con idee strampalate? No, grazie. "Okay non ti va. Ho capito." Un senso di colpa mi invase. "No, sì..cioè perchè no?" Stupida. Stupida. Stupida. Perchè sono cosi sprovveduta?? Era tardi avevo già parlato. Sorrise. E io mi sciolsi. Partimmo a tutta velocità. Avevo la pelle d'oca per come guidava. Con la strada bagnata e di notte non si va a certe velocità!!
Finalmente arrivammo. Eravamo su una delle collini che circondano la città. C'era un grande spiazzo con una serie di gradinate. Mi sedetti. Si sedetete anche lui. Da lassù la città sembra piccola e luccica. E' uno spettacolo stare ad osservarla. "Non eri mai stata qui?" "No." "Bello, vero?" Mi girai e lo fissaì. "Che vuoi da me Alex?" La mia voce suonò rocca e stanca. Anche se non lo ero. "In che senso?" "Lo sai." Non rispose. "Non so." Cosa non sa??? "A Capodanno eri fantastica. Giuro. E il resto lo sai." Tutto qui? "E ora che vuoi fare?" chiesi. Non rispose, ancora. "Perché tu e Bea vi siete lasciati?" Il suo sguardi si illuminò. "Lei è stata a letto con un altro." Sono rimasta a bocca aperta. "E io l'ho mollata." "Ah. Cavolo. Scusa non volevo. Voi sembravate così presi.." "Io sì, per lo meno...le avevo dato un'altra chance dopo averlo scoperto, ma non riuscivo più a perdonarla e l'ho lasciata." "Quand'é successo?" "Un mese fa." Ammirammo un po' il paesaggio senza più parlare. "Tu J. mi hai fatto..Non so, sentire bene." disse all'improvviso. "Andiamo, ti porto a casa." Si alzò e mi prese per mano. Mi lasciò a qualche metro dalla porta di casa. "Ciao J." Si chinò per baciarmi. Andò via.

mercoledì 2 gennaio 2013

It feels good

Mi sento così bene! Sono stata a correre oggi. La prima volta dell'anno nuovo. Amo correre. Amo sentire l'aria fresca che entra dentro il mio corpo caldo. Mi fa sentire libera e leggera. Quando corro dimentico tutto. Non sento più il tempo che scorre. Sento solo i sensi liberi e la mente che si svuota. Perdo ogni capacità logica e l'unica cosa che voglio è sentire i miei muscoli superare ogni limite. Non importa quanto freddo o caldo ci sia, corro sempre e comunque. Questa passione è nata qualche anno fa. A scuola bisognava fare un test di resistenza e quindi cominciai ad andare a correre, per allenarmi. Questo allenamento divenne presto una vera e propria passione. Non so cosa farei senza la corsa! Molte mie amiche non mi capiscono. Mi chiedono sempre cosa ci sia di interessante. Cosa ci trovi di tanto bello. E' tutto quello che non provo che mi piace. Mi piace sentire il vento sulla mia pelle. Mi piace sentire i muscoli bruciare. Mi piace sentire quel brivido lungo la schiena..A volte mi chiedo se incontrerò mai qualcuno che abbia questa passione. Tutti sembrano molto più interessati ad altre cose. Lo sport viene spesso tralasciato. La corsa, poi, in particolare

ALEX

Il 31 dicembre 2012 ho visto Alessandro. Non lo vedevo da secoli! E' cambiato un casino!! Ha messo su un bel po' di massa muscolare. Ha lasciato crescere un po' i capelli. Per fortuna non sono più rasati a zero come prima! Gli arrivano un po' sotto le orecchie. Stà benissimo con questo taglio. Mi ha colpito il suo cambiamento. Mi piace così. E' sempre stato un bel ragazzo se è per quello! Ha i capelli castano chiaro, occhi azzurri e una bellissima pelle dorata. E' alto circa 1.80. Ero pomeriggio inoltrato ed ero salita sull'autobus che mi doveva portare in città. Dovevo vedere la mia amica Chiara per comprare un vestitino per la festa della sera. Per fortuna l'autobus era mezzo vuoto, così ho trovato subito posto a sedere. Ero seduta vicino ad un tipo metallaro, che scese la fermata successiva. Mi sedetti al suo posto vicino al finestrino. Odio gli autobus e cerco di evitarli il più possibile! Il finestrino è la mia unica salvezza. Con la musica a palla dell'ipod mi sono messa a fissare il paesaggio. Mi è venuto un colpo, quando ho sentito qualcuno che mi toccava. Mi sono voltata di scatto e davanti a me ho trovato lui, Alex. "Alex! Che colpo mi hai fatto prendere!" "Sempre la solita te, eh? Sempre immersa nel tuo mondo." "Nel mio mondo? E tu che mi dici? E' secoli che non ci si vede." "Si, lo so. Sono stato impegnato." "Con Bea?" "Ho rotto con lei. Non andava più." "Ah" "Tu che mi racconti. Sei ancora stra cotta di quello stronzo?" "Chi? Davide? No, figurati!" Sì tantissimo. Penso solo a lui. Purtroppo. Ma non potevo dirglielo. "Meglio così." "Ora che non c'è più Bea ti farai vedere di più?" "Forse." Perché gli uomini devono essere sempre cosi monosillabici?? "E dai! Ci manchi nella compagnia, sai." Sorrise. "Davvero?" "Si." Alex è sempre stato nella mia compagnia. Veniva sempre quando ci trovavamo, fin quando ha incontrato Beatrice. Poco alla volta avevo proprio smesso di farsi sentire. E' stato strano vederlo ieri. Ed è stato ancora più strano non vederlo con lei. Sembravano inseparabili. Volevo chiedergli perché si fossero lasciati, però mi sembrava d'invadere il suo spazio. Non so, non siamo mai stati così in confidenza. Le nostre conversazioni si sono sempre limitate a qualche scambio di battuta. Non ci mettevamo di certo a raccontarci i nostri segreti. E poi ci vedevamo sempre con la compagnia. "E' più vuota senza di te" dissi. Lui non rispose. Continuava a non rispondere. Si stava creando un silenzio imbarazzante. Perché non diceva qualcosa??? E' orribile quando succede. I secondi sembrano secoli in queste situazioni. "Fra poco scendo." disse finalmente! "Dove vai?" "Dal Max." "Salutamelo." "Okay. Ci vediamo J." mi diede un bacino sulla guancia e si alzò, andando verso l'uscita. "Ciao Alex." Che strano incontro. Decisi di non pensarci più. Con Chiara ho comprato un vestitino fantastico. A dire il vero è piuttosto classico: nero, corto e aderente. Siamo state poco in città, dovevamo tornare a casa mia per preparaci per la festa del Jack. Jack, Giacomo, è un nostro amico. A volte viene nella nostra compagnia, ma non è un membro stabile. Ieri sera i suoi erano fuori città e, quindi, lui ha deciso di dare una festa per l'ultimo dell'anno. In realtà lui dà spesso delle feste. I suoi sono spesso fuori casa e, anche se Jack dice di no, penso che sappino delle sue feste, ma non dicono niente. Ci abbiamo messo due ore a prepararci. Chiara ha messo il suo vestitino argento con delle décolleté nere. Le stava benissimo. Del resto ha un corpo perfetto. Non è troppo alta, ma molto proporzionata. E' una bella ragazza. E' castana ed ha una cascata di capelli neri. Ha gli occhi nocciola e le labbra carnose. Io, invece, ho messo il mio vestitino nero con delle décolleté blu scuro. Come trucco ho fatto un semplice smokey eyes, mentre Chiara ne ha fatto uno elaboratissimo, che ha copiato da qualche video su youtube. Non volevo esagerare con il trucco, visto che avevo esagerato con gli orecchini: sono dei pendenti molto grandi e brillanti. Ho messo una collana che mi ha regalato Chiara per il mio diciottesimo. E' un ciondolo a forma di tigre. La adoro!! Alle nove e mezza eravamo finalmente pronte. Ci ha accompagnate mio papà. La casa di Jack è in campagna. Siamo arrivate lì verso le dieci. C'era già un sacco di gente. Jack aveva fatto un ottimo lavoro. La casa era piena di roba da bere e da mangiare. "Ciao belle" "Jack!!" disse Chiara andandogli incontro e abbracciandolo. Feci lo stesso. "Grande Jack! Come sempre sarà una festa fighissima!" "Grazie Chiara." "Sono arrivati tutti?" gli chiesi io. "Quasi". Parlammo un altro po' poi Jack si allontanò. In breve tempo la festa decollò. Tutti ballavano e/o bevevano. Ho ballato tantissimo. Amo ballare! Solo che ho bisogno di alcool per scatenarmi completamente. Ho bevuto tanto, troppo. Non so come ad un certo punto della serata mi sono ritrovata seduta su un divanetto vicino ad Alex. "Alex! Ci vediamo due volte nella stessa giornata dopo mesi." "Sembra di sì." "Ma quando sei arrivato? Non ti ho visto.." "Da un pezzo, solo che tu stavi troppo ballando." Sorrideva. "Perché sorridi?" "Perché sei bella." Arrossii. "Da quando in qua?" "Da sempre." "Non sapevo che ti piacessero le bionde." "Solo tu." Arrossii di nuovo. Si stava avvicinando sempre di più verso di me. Mi girava la testa. Non so se fosse solo per l'alcol. Mi ritrovai con le labbra incollate alle sue. Era strano. Da quando in qua gli piacevo?? Mi stava baciando violentemente. La sua lingua richiedeva incessantemente la mia. Ci sapeva fare! Una delle sue mani era nei miei capelli e l'altra tirò verso di se la mia coscia, per poi risalire lentamente verso l'alto, accarezzando il mio corpo dolcemente. Non so quanto durò. Mi abbandonai a quei baci, muovendo le mani sopra il suo petto muscoloso. Lui si slegò da me come in un sogno. Lo guardai non capivo. Lui guardò gli altri. Feci altrettanto. Era quasi mezzanotte. Si alzò ed andò verso la massa di gente che contava i secondi che ci separavano dal nuovo anno. Cominciai a contare a mia volta, avviandomi lentamente verso il centro della stanza e prendendo un bicchiere vuoto. Vidi Alex insieme ad alcuni suoi amici. "..tre, due, uno!" Eccoci nel 2013! "Siamo nel 2013!!" Mi saltò Chiara addosso. Jack servì lo spumante. Era buono. Ricominciammo a ballare. Ero in estasi. Cosa c'era in quello spumante? Beh forse non era lo spumante, ma lo sguardo ardente di Alex su di me. "Vi ho visti prima". Era Chiara. "Tu e Alex." "E allora?" "Niente. Non mi avevi detto che ti piaceva." "Lui mi ha baciata." "E tu ci sei stata." Non risposi. Volevo solo ballare. Un nuovo anno era iniziato. "Tutta la compagnia vi guardava." "Che c'è di male?" "No, niente. E' che nessuno se l'aspettava. Alex era cosi preso da Bea." "Si sono lasciati." "Lo so." "Quindi?" Avevo smesso di ballare. "Quindi niente. E' solo questo." Perché Chiara doveva essere così rompipalle a volte? Lasciai perdere. La festa durò fino alle quattro, circa. La gente stava andando via o era impegnata sui divanetti o in altre stanze. Chiara era incollata a Stefano. Devono mettersi insieme quei due. Stanno bene insieme. Non dovrebbero far finta di essere solo amici. E' ovvio che non lo sono. Di Alex non c'era più traccia. Forse era in una delle stanze al piano di sopra. Dopo quei baci, non ci aveva più provato. Dovevamo dormire a casa di Jack, ma non avevo idea di dove. Forse per terra. Mi sentivo un po' esclusa. Andai al piano di sopra in cerca di una stanza libera. Cosa quasi impossibile, nonostante Jack abbia una casa molto grande. Alla fine entrai in una stanza a caso ed era vuota! C'era un letto matrimoniale al centro e delle foto sul comodino. Era la stanza dei genitori. Mi stesi sul letto, scalciando i tacchi per terra. Ero troppo stanca. I piedi mi facevano un male assurdo. Tirai fuori il cellulare dalla pochette e lessi un po' di messaggi d'auguri, quando qualcuno apri la porta. "Alex di nuovo tu." dissi vedendolo. Stava proprio bene coi jeans bassi ed una maglietta nera. "Stavo cercando una stanza vuota. Dormo qui." "Anch'io." "Sei sola?" si stava guardando intorno. "Che dici?" "Ti spiace se sto qui." "Fai pure." Si stese sul letto vicino a me. Si voltò a guardarmi. "Che fai?" "Rispondo ai messaggi d'augurio" Continuava a scrutarmi. Dopo un po' misi via il cellulare. Mi voltai verso di lui. Con una mano prese una ciocca dei miei capelli e ci giocò un po'. Poi lasciò perdere. Mi guardò negli occhi profondamente. Sentii qualcosa fremere dentro di me. Mi baciò e io risposi al suo bacio, abbracciandoci. Ci siamo addormentati così. Non so quando. Quando mi svegliai non era più lì.

il 2012

Il 2012 non è stato il migliore degli anni. Non c'è stata abbastanza passione. E' volato e non l'ho sentito. Non mi ha emozionata né entusiasmata. Anzi le uniche cose che ricordo sono deludenti e tristi. Tante illusioni sono state infrante e tanti desideri. Alcune persone che amavo mi hanno delusa e altre mi hanno fatto conoscere un lato di loro che, forse, non avrei mai voluto conoscere. Ho pianto per amore tanto e..voglio che tutto cambi con l'anno nuovo. Non voglio più vedere certe situazioni e scene. Non voglio più sentire alcuni nomi. Uno in particolare poi. Che cosa bisogna fare quando la persona di cui sei innamorato ti ferisce? Mi sono proposta solo di dimenticare. Il che sarà alquanto difficile visto che lo vedo quasi ogni giorno. Facciamo la stessa scuola superiore. Per fortuna siamo in classi separate. Ci conoscevamo da tanti anni e so che lui provava qualcosa per me una volta. Due anni fa circa le cose sono cambiate. Vedendolo ho iniziato a provare qualcosa di nuovo. Non capivo cosa. Mi sentivo le ossa cedere quando ero vicina a lui. Non mi era mai capitato e speravo che finisse il prima possibile! Odiavo l'idea di essermi presa una cotta per quello che avevo sempre considerato di brutto aspetto e esattamente il mio contrario. Non volevo accettarlo! Ho passato tanto tempo così; in questa strano amore/odio. Non volevo ammettere che era cambiato rispetto a quando eravamo bambini! Fisicamente, ovviamente, non era più lo stesso. Ed era di bel aspetto, anche se non volevo minimamente ammetterlo. Mi sembrava di contradirmi e di contradire tutto quello che avevo sempre detto a tutti. So che è stupido! Anzi molto stupido! Ma era proprio quello che provavo. Quando lo accettaì, pero, e gli scrivetti dei messaggi, mi sembrò che a lui non importasse nulla di me. Era ovvio e questo mi faceva sentire male. Decisi di dimenticarlo. Di finirla per sempre. Pensavo di esserci riuscita. D'estate non lo vidi. Non lo pensavo più. Ma poi l'estate finì e la scuola inizio. Ero più innamorata di prima. Non facevo altro che pensare a lui. Ed è durato a lungo. E continua ancora, nonostante la forte delusione che mi ha fatto piangere. Ha detto alcune cose, cose offensive che non voglio ripetere, parlando in generale, in cui ero inclusa anch'io. E questo mi ha ferito molto. Ho deciso di finirla per sempre dopo quel episodio. Ho cancellato il suo numero di telefono. L'ho cancellato da fb. E penso che se ne sia accorto. In quei giorni mi guardava con aria interrogativa. Cosa che ho ignorato.E' finita per sempre. Ho ingoiato tante altre delusioni nel 2012. Non è stato un bell'anno. Sono che sia finito.
Ed eccomi qui a scrivere. Voglio condividere quello che sento. La carta non basta più.