martedì 8 gennaio 2013

no. non stasera!


Ieri è stato il primo giorno di shopping qui da me!! Sono stata tutto il giorno in giro a fare compere. Prima di mattina e poi di pomeriggio. Avevo i piedi distrutti! E la sera dovevo uscire. Ero tornata a casa verso le sette. Non riuscivo quasi a reggermi in piedi. Lo shopping è estenuante! Ma ne è valsa la pena!! Ho preso così tante cose carine!! Quello che mi piace di più e un vestitino!! E' rosa pallido stretto sul seno e in vita, con un fiocco nero, e largo sui fianchi!! Lo amo!! Mi rappresenta!! La sera dovevo uscire con con delle vecchie amiche che non vedevo da troppo tempo. Anche se ero stanchissima uscii lo stesso. Tornata a casa ebbi giusto il tempo di farmi una doccia, vestirmi e truccarmi un po'. Il locale in cui ci siamo viste è in stile cubano. Servono da mangiare cibo cubano e da bere un po' di tutto. Poi dalle 11 in poi si balla e si fa casino. Eravamo in sette. Mi mancavano. Siamo amiche da secoli e non ci vediamo quasi mai perché abitiamo troppo lontane le une dalle altre, per questo approfittiamo delle vacanze per vederci. Non avevo troppa fame e non ho mangiato come le mie amiche. Ho preso qualche mojito. Mi stavo divertendo tantissimo! Poi amo questo posto perché mettono su musica latino americana, che amo ballare. Insomma quando tutte stavamo ballando e divertendo vedo Davide. Il mio umore è subito peggiorato. Non l'avevo visto da quando erano iniziate le vacanze e poi con tutto quello che è successo con Alex non l'avevo pensato, per niente. E invece no, eccolo lì. Non sapevo che fare. Di lui sono stata così innamorata e forse lo ero ancora. Non lo sapevo. Però sono stata male nel vederlo. Mi sono ricordata ancora una volta quanto mi aveva ferita con qualche parola. Non potevo e non potrò mai dimenticarlo, ma c'è qualcosa che mi attira irrimediabilmente verso di lui e mi fa sprofondare. Mi sedetti su una poltroncina usurata dal tempo, con i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Mary se ne accorse. Scese dal tavolino su qui stava ballando e venne da me. "J." disse "Che fai qui? Vieni a ballare." "Lui è qui." "Ho visto. Lascia perdere. Vieni a ballare." "Come faccio? Mi sento di merda." "Perché?" "E' difficile da spiegare. E' che c'è qualcosa che mi fa.." feci una pausa "..è difficile da spiegare." "Lo so...Vieni e fai finta che lui non ci sia." Alzai il viso, scoprendolo dalle mani e la guardai. Come spiegarle quello che sentivo? Volevo alzarmi e andare con loro, ma il mio corpo me lo impediva. Era come se qualcosa mi stesse immobilizzando lì. "Forse vado in bagno." dissi infine. "Vuoi che ti accompagni" "No, tranquilla. Grazie." Mi alzai ed andai verso il bagno. Volevo solo non sentire più la sua presenza. Il bagno era vuoto. Davanti ai due lavandini c'era un grande specchio. Mi avvicinai. Appoggiai le mani sui lati del lavandino e mi guardai. Avevo un aspetto terribile. Avevo gli occhi stanchi e tristi. Ero stata così tutta la serata? No, non credo. Era per Davide. Lo sentivo. Feci un profondo respiro dopo quello che mi sembrava un'eternità di tempo. Mi lavai le mani e presi il cellulare dalla pochette. C'era un messaggio. "Mi manchi. Alex" Lo lessi e mi sentii in colpa. Avevo sentimenti così contrastanti. Da una parte c'era il passato e dall'altra il futuro. Mi stava scoppiando la testa. Anche se non si può definire "una storia" quello che c'è fra me e Alex, ma solo attrazione fisica. Nient'altro, mentre quello che provavo per Davide durava da troppo tempo per essere solo qualcosa di fisico, credevo. Non capivo più niente. La testa mi stava scoppiando. Non risposi al messaggio. Non sapevo cosa rispondere; ero troppo frastornata per formulare una frase logica. Uscii dal bagno e venni frastornata dalla musica. Era fortissima. Guardai un po' in giro e poi andai verso le mie amiche che erano sedute sui divanetti intorno al nostro tavolino. Erano con dei ragazzi. Non capivo chi fossero perché erano girati di spalle. Vidi Mary che si alzò di scatto quando mi vide e quasi corse verso di me. "J." mi fermò quasi saltandomi addosso "senti mi dispiace.." mi stava osservando coi suoi occhi verdi e le sue ciglia lunghe aspettando una mia reazione. "Di cosa? Guarda che non mi sono offesa perché non sei venuta in bagno.." lei mi interruppe girando la testa e facendo muovere vigorosamente i capelli rossi. "No non è per quello" "E allora cosa c'è?" Stavo iniziando ad andare verso il tavolino, ma lei mi bloccò. "Noi..ecco...loro sono venuti lì..abbiamo iniziato a ballare e a parlare...e.." "Chi?" Sapevo già la risposta. "Non ti arrabbiare ti prego..mi dispia.." "No, non sono arrabbiata! tranquilla!" stavo urlando, per fortuna c'era la musica "Io stavo male e invitate loro al nostro tavolo?? Ero andata in bagno cinque minuti Mary!Cinque! Come avete potuto? COme?" Aveva lo sguardo mortificato. Non m'importava. "C'è anche lui" disse. "Evviva!" gridai isterica. La spinsi e andai verso il tavolo. "Ciao." dissi senza guardare nessuno. Davide era seduto dall'altra parte del tavolo. Stava bevendo un pesquito. Sembrava che gli piacesse molto da come lo beveva. Mary si accomodò accantò a me e mi prese la mano. Mi voltai verso di lei. Era veramente dispiaciuta. "Potevi pensarci prima. Ora è tardi per essere dispiaciute." Tirai via la mano. Volevo bere. Ordinai un cuba libre, poi una margarita e una tequila sunrise e poi..avevo la testa che mi girava troppo. Gli altri sembrava che si divertissero tantissimo. Non conosco gli amici di Davide e non voglio nemmeno conoscerli. Non ho parlato con loro ieri sera. Non m'importava niente di loro. Avranno pensato che sono una che se la tira abuso e sinceramente non me ne frega niente. Mi alzai con passo incerto ed andai fuori. C'era un'ombra che mi seguiva. L'aria era fredda. Non avevo preso la giacca ed avevo addosso solo una maglietta ed una gonna. Mi girai verso Davide. Mi sorpresi nel vederlo. Era lui che mi aveva seguito? O era già fuori? "Che vuoi?" gli chiesi. "Parlare." rispose calmo. "Di cosa?" "Perché mi hai tolto da facebook?" "Non pensavo te ne fregasse qualcosa." "Smettila dai. Ci conosciamo da una vita. Certo che m'importa." "Non sembrava quando hai detto.." mi bloccai. "Cosa?" Faceva finta di non ricordare? "Ah. Ho capito. Pensi che parlassi di te?" Non risposi. "E' cosi vero? Senti non mi stavo riferendo a te. Non lo farei mai!" "Ma è quello che hai fatto! Come puoi dire di no! Tu mi hai offesa Davide! Non importa se parlavi in generale! Inclusa c'ero anch'io." "Parlavo di una categoria di persone. Non di te." "Loro sono persone come me!" alzai la voce. "Ma è appunto perché parlavo in generale che non mi stavo riferendo a te!" "Che discorsi sono? la smetti di arrampicarti sugli specchi??" "Ma che stai dicendo?" "Sai quello che mi ha più ferito? Non avrei mai pianto se lo avesse detto qualcun altro, Davide, ma l'hai detto tu! E di te io..." ero innamorata. Questo volevo urlargli. Ma lo ero ancora? "Mi dispiace!" "Non basta!" ero esasperata. "Non basterà mai..per quanto io.." "tu cosa?" parlava piano. "..per quanto io ti possa aver amato!" lo guardai fisso negli occhi. Non parlò. Non si mosse. Voltò lo sguardo. Come pensavo. Non gliene frega niente di me. "Io..J. io.." "Tu cosa??" avevo le lacrime agli occhi! Si alzò e mi abbracciò. Mi strinse forte e io feci altrettanto piangendo sulla sua spalla. "No ti prego non piangere." Non ci riuscivo. Mi prese il mento con una mano e lo avvicinò al suo viso. Il nostro bacio è stato delicato e dolce. Non c'era fretta nel modo in cui mi baciava. Era intenso e profondo. C'era qualcosa che mi spingeva irrimediabilmente verso di lui. Il baratro. Non dovevo. Cosa stavo facendo? Non riuscivo a farne a meno. Mi asciugò le lacrime e rientrammo. Mi stava stringendo la mano. "Ti va se andiamo via?" "Sì." risposi. Presi la giacca e la pochette. Salutammo gli altri. Salii nella sua macchina. Non gli chiesi dove mi stesse portando. Non m'importava. Perché non m'importava? Nonostante mi sentissi ancora legata a lui. Era cambiato qualcosa e non dovevo andare con lui. Non dovevo. Ma c'era qualcosa che me lo impediva. Mise la musica forte. C'era "Scream&Shout". Adoro quella canzone. Dopo mezz'oretta parcheggiò di fronte a casa sua. Scese e feci altrettanto. Mi prese per mano e mi guidò verso casa. Entrammo. Mi trascinò verso la camera da letto. Ora mi stava baciando avidamente, con impazienza e mi stava cercando di togliermi velocemente i vestiti. Ma c'era qualcosa che non andava. No. Non volevo che fosse così. Non volevo che fra noi fosse così. Non sentivo più quello che provavo una volta. Mi girava la testa e le immagini di Alex si sovrapponevano al suo viso. "No" dissi. "Shh.." "No, Davide. Ti prego, no.." Lui continuava a baciarmi. No, era sbagliato. Cosa stavo facendo? "No. Ti ho detto di no." Lo spinsi via. "Dai J. vieni qui. Non fare la difficile!" sembrava posseduto. Cos'aveva? "Stammi lontano." Mi allontanai mentre lui si avvicinava. Presi la pochette dal suolo e uscii dalla stanza velocemente. "J. che ti prende?" "Stai lontano!" Ma lui non stava lontano. Mi strinse le braccia attorno alla vita da dietro la schiena. "Non era questo che volevi?" Cosa? NO! "Davide, no, ti prego". Ma lui non mi lasciava. Mi dibattei fra le sue braccia cercando di divincolarmi. Non ci riuscivo. "Lasciami." "Zitta!" disse girandomi violentemente verso di lui e tenendomi stretti i polsi fra le mani. Una paura improvvisa mi invase. Era davvero il Davide che conoscevo quello?? "Lasciami!" "Stai zitta ti ho detto!" mi strattonò spingendomi verso il muro, facendomi cadere. I miei polsi erano liberi. In quel momento i miei sensi si risvegliarono. Raccolsi la pochette caduta per terra, e cercai di rialzarmi. Lui si sporse verso di me per immobilizzarmi di nuovo. Lo spinsi e perse l'equilibrio. Corsi verso la porta. Uscii velocemente. Sentii un tacco rompersi. Lasciai li per terra entrambi e mi misi a correre in una direzione casuale. Lui uscì cercando di rincorrermi. Non ero mai stata così felice in vita mia di andare a correre. Avevo paura che lui salisse in macchina e mi raggiungesse. Le strade erano vuote e avevo paura. Arrivai all'ospedale di via ****. Entrai velocemente nel parcheggio illuminato e andai verso l'entrata del pronto soccorso. C'erano delle ambulanze li davanti e una signora mi chiese vedendomi senza scarpe, con la giacca aperta, le calze rotte e il mascara colato alle tre di notte, se andava tutto bene. Stavo per scoppiare a piangere. Feci di si con la testa. Mi sedetti su una delle panchine li davanti e presi il cellulare. Premetti sul numero di Alex. "Pronto" rispose una voce assonnata dopo un po' di squilli. "Alex..puoi venire.. " mi stava tremando la voce. "Ehi stai bene?" sembrava preoccupato. Scoppiai a piangere. "Jenni stai bene? Cos'è successo?" "Puoi venire a prendermi..ti prego!" la mia voce era soffocata dai singhiozzi. "Sì certo..cos'è successo stai bene? Dove sei?" "Sono al ospedale in via **** ..ti prego vieni presto.." "Arrivo subito..stai bene?" "Si.." risposi pianissimo. Aspettai poco, ma sembrò tantissimo. La gente passava e mi guardava di sottecchi. Alcuni infermieri mi chiesero se stessi bene. Dissi di si. Vidi una moto blu parcheggiare davanti al pronto soccorso e qualcuno scendere e correre verso di me. Era Alex. Aveva i capelli arruffati e lo sguardo molto preoccupato. Quando mi vide fece quasi un salto. Mi alzai in piedi e andai verso di lui. Mi abbracciò forte. Non mi chiese niente, ma era evidente l'ansia sul suo volto. "Stai bene?" chiese. "Ora si." sussurrai. "Vieni." Mi strinse la mano conducendomi verso la moto. "Ti porto a casa." disse. Mi fermai davanti a lui. "Grazie." Mi mise il casco in testa e subito dopo partimmo. I miei non erano in casa e una strana sensazione di ansia mi pervase. Avevo improvvisamente paura di entrare. "Che c'è?" chiese lui. "Niente." "Vuoi che ti accompagni fino a su." Mi aveva letto nel pensiero. Aprii la porta di casa e il calore familiare mi pervase. Entrai e Alex mi seguì. "Sicura di stare bene Jenni?" "Si, grazie. Grazie di tutto." "Okay allora vado" Si stava già allontanando quando .. "Alex!" "Sì" si girò. Lo abbracciai. Ora capivo quanto mi era mancato. Restò con me quella notte. Non ci baciammo. Non ci parlammo. Dormimmo stringendoci.