venerdì 22 febbraio 2013

Di nuovo Lui.


Finalmente un po' di sole! Oggi mi sento ottimista! Negli ultimi giorni sono stata malissimo. Ho avuto la febbre alta e non sono uscita di casa. Quanto odio stare male. E tutto per colpa di quel concerto metal di Riccardo. Perché avevo accettato di andare? Era in posto freddissimo. L'unica cosa positiva di quella sera è stata la musica. Io non sono un'appassionata di metal, anzi non ci capisco niente, pero devo ammettere che il suo gruppo non era male. Solo che se avessi saputo dell'influenza non ci sarei andata. Per non parlare poi degli ultimi avvenimenti di questi giorni. Alex si è rifatto vivo, wow! Questo proprio non me l'aspettavo. Che faccia tosta. Neanche una scusa. Niente. Mi ha solo scritto un messaggio con: "ci dobbiamo vedere". Ma non si stava rivedendo con la sua ex?? Beh e io ovviamente ho detto di si. Non so perché a volte sono così avventata. Dovevamo vederci ieri alle sei in città. "Ciao Alex." Ero arrivata decisamente puntuale, cosa che non faccio mai. Ero seduta sulle gradinate della piazza. "Come va?" mi chiese. Sembravamo due vecchi amici. Figo. Andiamo avanti così Non dovrei essere molto arrabbiata? Non avrei dovuto far finta di non aver mai visto quel messaggio? "Dipende." "In che senso?" Perché era cosi normale? "Da dove vuoi iniziare?" Un'ombra passò sul suo viso. "Sì. Devo spiegarti un po' di cose." si passò la mano sul mento e si sedette. Sembrava pensieroso. Bene. "Ti ascolto. Ho sentito un po' di cose in giro." "Anch'io." rispose "Senti mi spiace di non essermi fatto più sentire. Ho fatto un casino. In realtà è stato tutto incasinato. Sono stato un po' impegnato." "In cosa?" Perché non mi stava dicendo niente della sua fantastica ex? "Ho avuto da fare, sai com'è. Andare di qua di la. Insomma non ho avuto troppo tempo per scriverti." Spiegazione illuminante! "Cos'hai fatto?" avevo la voce fredda. "Un po' di lavoro in giro." "Certo. Chiaro." Quando aveva intenzione di andare al punto e dirmi tutto? "Insomma. Mi dispiace non averti scritto. Non è stato il massimo. Avrei dovuto farmi sentire di più." "Che mi dici di Beatrice?" chiesi. "Beatrice?" sembrava un po' sorpreso. Perfetto. Allora è tutto vero. "Si. Tu e lei. Vi visti quel sabato sera. Non far finta di non ricordare!" Rimase impassibile. Certo che si ricordava. Quella sera umiliante in cui mi aveva ignorato completamente davanti a tutta gente che conosciamo, andando dietro come un cagnolino alla sua ex. Sforzavo di ricordarmi il motivo per cui avessi accettato di incontrarlo. Avevo bevuto qualcosa? "Ti ricordi vero?" mi stavo arrabbiando. Perché se ne stava zitto e non rispondeva? Sensi di colpa? "Non hai niente da dirmi?" Silenzio. "Wow. Fantastico. Mi hai stufato Alessandro. Me ne vado." Mi alzai. "Sai che con lei non c'è mai stato niente." mi disse alzandosi subito dopo di me e cercando di trattenermi. "Cosa? Mi stai prendendo in giro?" "No." "Bene perché non mi piace essere presa in giro." Mi avviai giù per le scale verso la strada. "Jenni aspetta. Senti si lo so come può sembrare, ma sul serio lei mi ha solo aiutato con delle cose che dovevo fare." "Bravi entrambi." mi voltai di scatto. "Credi che sia stato bello essere stata mollata li? Non era un momento facile per me! Pensavo che avresti capito! Non pretendevo che stessimo insieme o altro, solo che non scomparissi cosi. Senza spiegazioni. Mi hai ferita e sinceramente non capisco perché. Sono settimane che non ci sentiamo, che hai smesso di farti vivo. E sinceramente non capisco perché sia venuta oggi." "Senti mi dispiace. Non volevo, ma in quel periodo avevo da fare e neanche volendo non avrei potuto esserci." Cosa? "Ti rendi conto che non ha senso? Non ha senso. Prima che me ne vada, dimmi solo perché mi volevi vedere oggi." Ero a qualche metro da lui però era come se avvertissi la sua tensione. Perché dovevo sempre trovarmi gente del genere? Uno peggio dell'altro. "Volevo che ricominciassimo da capo." disse quasi stanco. "Ah e cosa ti faceva pensare che ci sarei stata, eh? Ti sei stufato di Beatrice." In quel momento lo stavo odiando. Certo che ci vuole coraggio. "Mi dispiace J." Si stava avvicinando. Non volevo che si avvicinasse. "Ti prego, Jenni. Pensaci." Perché mi sentivo così debole. Lui era stato assente e mi aveva fatto cosi tanto soffrire e probabilmente in tutto questo tempo è stato con la sua ex, eppure nonostante fossi arrabbiate ero..dovevo allontanarmi. Sennò sapevo già come sarebbe finita. Non doveva finire come voleva lui. No. Me ne dovevo andare. E lo odiavo per farmi ancora questo. "Pensaci." ripeté. Mi girai e me ne andai velocemente prima che potesse dire altro. Non volevo che pensasse che m'importasse ancora qualcosa. Era ovvio, però, che non era così. Speravo tanto che non avesse capito niente. Cominciai camminare più velocemente come se fosse sufficiente a mettere una barriera fra noi e cancellare tutto.