sabato 16 marzo 2013

inaspettato..

Dovevo accorgermi che quella non doveva essere la solita giornata 
banale. Ero sola in casa e non avevo proprio niente da fare, il che è piuttosto strano; di solito ho mille cose da fare e non trovo tempo nemmeno per mangiare. Manon era quellala giornata. 
Saranno statee le sei di sera ed era venerdì. 
Ero in giro su internet e ascoltavo nuova musica. 
Ed ecco una telefonata improvvisa. Era Riccardo. Quello metal.
Risposi perché era davvero curiosa. Mi sembrava strano che mi chiamasse proprio lui. Non lo vedevo da tanto tempo. 
"Ciao Jenni che fai?" esordì.
"Niente..sono su facebook"
"Sempre lì, eh?"
"Non è vero!"
"Ogni volta che ci entro, sei sempre online"
"E' un caso!" ed è vero. Non ho mai tempo. 
"Senti hai da fare stasera?" Sapevo già cosa voleva chiedermi. Se no perché mi avrebbe chiamata.
"Vediamo..no"
"Allora ti va di venire ad una festa di un mio amico.."
"E dove sarebbe?" Mi disse l'indirizzo. Non era troppo lontano da casa mia. "Okay..ci vediamo fra mezz'ora". risposi.
"A dopo". mi disse, prima di chiudere.

Quando arrivai mi trovai di fronte ad una casetta con un piccolo giardino. Scrissi a Riccardo. Venne fuori tutto contento.
"Eccoti finalmente Jenni!" Mi abbracciò come se ci conoscessimo da sempre.
"Ehi!" Okay, era un po' imbarazzante, almeno per me.
"Andiamo devi vedere che figata sta facendo Marco!" Eh?
"Vedrai  è stra divertente!" disse dopo aver visto, credo, la mia faccia dubbiosa. 
La casa era piena di gente e quella festa si stava preannunciando da sballo. La musica era stra alta e non si sentiva niente.
Riccardo mi mostrò Marco. Stava facendo qualcosa con una chitarra. Non ho capito cosa, ma non mi sembrava niente di sensazionale. 
Era tutto un po' grezzo. Non era il mio ambiente. Con tutta quella musica metal su, non si poteva nemmeno ballare, ma mi piaceva l'atmosfera. Era tutto un po' assurdo. C'era gente  dappertutto e non ci si poteva girare o sedere o fare qualsiasi altra cosa. La nube di fumo che pervadeva la casa sembrava nebbia. E dappertutto c'erano bottiglie vuote. E anche se tutto era un casino, c'è stato qualcosa che mi ha fatto sentire bene.
E non so a che ora o come, ma in mezzo alla notte mi trovai stesa sul piccolo prato del giardino, gelido. Mi trovai accanto Riccardo con la sua solita sigaretta in mano e una bottiglia di chissà cosa nell'altra.
"Perché sei venuta fuori?" Mi chiese. "Si gela!"
"Nessuno ti ha costretto a metterti per terra.."
"E' vero..allora perchè sei venuta fuori?"
"Non so.." Gli presi la bottiglia e bevvi un sorso di..vodka e..succo di pesca? 
"Ma che freddo c'è?!"
"Io ho la giacca.." 
"Ho notato.." disse. Mi prese di mano la bottiglia.
"Sai cosa sarebbe il massimo?"
"Cosa?"
"Vedere le stelle!"
Mi guardò in modo strano.
"Si le stelle..non si vedono mai.."
"C'è già la luna, non ti basta?"
"No..con le stelle cambia tutto.."
"Se lo dici tu, Jenni.."
"Ah..mi porti tu a casa, vero?"
"EH?"
"Si mi porti tu. Deciso."
"Ma non sono neanche in macchina.."
"Trova un modo..è tardi, non torno a casa da sola!" Continuavo a guardare il cielo vuoto. C'era qualcosa che mi attraeva verso quel cielo da cui non riuscivo a togliere lo sguardo.
"Okay..abiti lontana da qui?"
"No"
"Allora andiamo a piedi."

Era tardissimo. Ci avevamo messo tantissimo ad arrivare a casa mia, anche se non era lontano. Stavo aprendo il cancello di casa.
"Bene..allora ci vediamo in giro." mi disse Riccardo. 
"Sì..grazie sai.."
"Per cosa?"
"Per avermi chiamata e tutto il resto..è stato figo.." mi girai dopo essere riuscita ad aprire quel cancello impossibile.
"..Okay.." fece una pausa, avvicinandosi pericolosamente a me. Troppo. Feci un passo indietro. Non era davvero il momento ideale per iniziare ad incasinarmi di nuovo la vita con un altro ragazzo.
"Ci si vede, eh!" mi voltai e me ne andai.

martedì 12 marzo 2013

rabbia.



Non ricordo l'ultima volta in cui mi sono arrabbiata come oggi. Non era semplice irritazione, ma rabbia vera. Quella rabbia che fa venire mal di testa. Non mi piace arrabbiarmi perché di solito la rabbia comporta litigi. Ed i litigi noiose scuse e tutte quelle cose lagnose successive. Le odio. Mi sono arrabbiata perché certe persone farebbero meglio a farsi i fatti propri e non i miei. Perché certa gente vuole sapere sempre tutto. Non per il gusto di sapere o conoscere ed imparare cose nuove. No. No certa gente vuole solo sapere per sfottere e far vedere quanto superiore è. Questa mentalità del cazzo mi fa andare fuori di testa.  Certe cose sono mie. MIE e basta! E se su una cazzo di porta c'è scritto bussare prima di entrare, significa BUSSARE e poi se ti dicono di aspettare prima di entrare, aspetti fuori! Non entri. E' difficile da capire? Non mi pare!
Ma ci sono persone idiote che hanno bisogno di spiegazioni come i bambini. C'è una cosa che si chiama privacy. Mi fa arrabbiare e quando mi arrabbio così non posso fare a meno di arrabbiarmi con tutto il resto. Di ricordarmi quanto schifo fa il mondo e volermene andare da questa città di merda, che non sembra altro che un fottutissimo paesino di campagna. La gente si rende conto quanto è cattiva. Quanti pregiudizi ha? Se ne rende conto? Io ne soffro troppo e a nessuno non frega niente. No. NO. Loro vivono bene. Loro non sanno niente di quello che vuol dire perdere tutto e trovarsi in mezzo a loro. No. Non capisce niente questa gente provincialotta.
Sono stanca di tutta questa cattiveria perché cattiveria è. Non sono cattiva. Ho sempre visto il bene nelle persone ed il mondo mi sembrava buono. So che può sembrare ingenuo. E' ingenuo. Il mondo non è buono. Le persone sono egoiste ed indifferenti. E' mi fa male ogni volta, rendermene conto e pensarci. Mi fa male perché io non sono così, ma divento così e non è giusto. Non è giusto. Mi feriscono gli sguardi altezzosi quando provo solo a dare una mano o le critiche sottovoce quando dico qualcosa. Mi feriscono le persone. Ma non bisogna mai, Mai farlo notare. Sennò sei la sfigata di turno, giusto? "Simulare e dissimulare" grazie Machiavelli.